Assalto in casa a Sassuolo: erano armati di una mazza

Hanno minacciato il figlio dei proprietari e poi hanno sradicato la cassaforte

Alessandro e Andrea Manfredini, fratelli la cui casa di via Beethoven (nel riquadro) è stata rapinata ieri sera

Alessandro e Andrea Manfredini, fratelli la cui casa di via Beethoven (nel riquadro) è stata rapinata ieri sera

Sassuolo (Modena), 29 maggio 2016 - Sono entrati in casa dalla porta sul retro con una piccola torcia e una mazza da muratore. Hanno minacciato il figlio dei proprietari con un cacciavite e poi hanno sradicato la cassaforte. Il figlio del proprietario dell’abitazione, solo in casa col cane, ha lanciato l’allarme al gruppo che giocava in quel momento con lui con l’xbox console, un videogioco: la prima segnalazione alla polizia infatti è arrivata da Lucca. Minuti di terrore venerdì sera venti minuti prima delle dieci in via Beethoven, nella zona musicisti di Sassuolo in una zona residenziale a pochi metri dalla circonvallazione. «Stavo giocando con la console xbox con altri giocatori online – racconta Alessandro Manfredini, 26 anni che vive assieme al fratello Andrea e ai genitori – Me li sono visti entrare e venire verso di me. La porta di là la lasciamo aperta la sera per il cane che entra ed esce». Dylan, un golden retriever, venerdì sera ha abbaiato, ha segnalalto a modo suo il pericolo imminente. Che si è materializzato infatti dopo pochi secondi.

Erano in quattro, a volto scoperto: uno di loro si avvicina al 26enne, gli toglie il telefonino e lo minaccia: «Stai fermo e non succederà niente». Alessandro dopo quei momenti rocamboleschi avverte i suoi compagni di gioco collegati in rete. Tanto che al commissariato di Sassuolo, che sta indagando sul caso, la prima segnalazione arriverà da un ragazzo di Viareggio (Lucca).

Alessandro, che nei cinque minuti del blitz dei malviventi, ha sempre conservato un’invidiabile calma, ricorda tutto dei rapinatori: «Erano molto giovani, a parte uno. Avevano accento dell’est, non credo fossero italiani. Si sono diretti subito alla cassaforte, non so come facessero a sapere dov’era». Anche perché bisogna scendere le scale ed entrare in un piccolo stanzino per trovarla. Dopo averla asportata con un piede di porco sono fuggiti via dalla parte del garage, imbattendosi in un vicino di casa che li ha visti e provato a inseguirli, minacciato a sua volta con la mazza. «Il bello è – racconta il fratello di Alessandro, Andrea di 27 anni – che nella cassaforte non c’era nulla, solo un mio orologio ‘Submariner’ usato, che può valere a voler esagerare 2mila euro, non c’erano soldi». Poi chiosa che forse è stato un bene che ci fosse solo il fratello: «Se fossimo stati in gruppo qualcuno avrebbe avuto magari la tentazione di reagire e non so come sarebbe andata a finire».

Gianpaolo Annese