Colpito da proiettile vagante: «Ho avuto paura, ma non ho nemici»

Serramazzoni, giallo sul proiettile che ha ferito un 30enne: i carabinieri indagano a 360 gradi. «Mi chiedono se ho debiti, ma non è così»

Il giovane nel giardino della propria abitazione a Pompeano. Sulla destra, lo stesso 30enne indica il punto del bosco in cui è stato colpito

Il giovane nel giardino della propria abitazione a Pompeano. Sulla destra, lo stesso 30enne indica il punto del bosco in cui è stato colpito

Serramazzoni (Modena), 30 luglio 2015 - «Ho sentito una grossa botta e mi sono spaventato. I carabinieri mi hanno chiesto se qualcuno possa avercela con me, ma io sono pacifico; non ho avuto nulla da dire con nessuno; nè ora nè in passato». E’ mistero dietro a quel colpo d’arma da fuoco, un calibro piccolo, finito nel collo di un 30enne di Pompeano di Serramazzoni. Il ragazzo preferisce restare anonimo, nonostante la voce di quanto accaduto abbia già fatto il giro di Serra e dell’intero Appennino. Una piccola famiglia quella del noto paese di montagna e tutti, dispiaciuti per la disavventura capitata al 30enne, non sanno darsi spiegazione circa l’accaduto.

Per molti l’ipotesi del cacciatore è assurda, dal momento che la stagione ancora si deve aprire ma, soprattutto, poichè l’arma dalla quale è stato esploso il colpo è una pistola e non un fucile. Circortanza che certo non è sfuggita neppure agli inquirenti, che più volte hanno sentito la vittima ‘miracolata’, cercando di capire se qualcuno lo abbia ferito – per qualche sconociuto motivo – intenzionalmente o, ancor peggio, lo volesse morto. Ricordiamo che erano da poco passate le 6 di martedì mattina quando il 30enne è stato colpito dal proiettile vagante proprio mentre passeggiava nel boschetto vicino al lago, a pochi passi dalla villetta dove vive coi genitori. «Ho avvertito un dolore lancinante all’improvviso e d’istinto mi sono toccato il collo».

Ha capito che le avevano sparato?

«Ci ho pensato tornando a casa, col dito sentivo il foro d’entrata».

Quindi cosa ha fatto?

«Ho svegliato mio padre che a quell’ora ancora dormiva. Gli ho spiegato che qualcosa mi aveva colpito; qualcosa che proveniva dal bosco. Quando gli ho parlato dell’ipotesi arma da fuoco, subito mi ha detto che non era possibile e che non era una ferita così profonda, quindi l’abbiamo presa ‘con comodo’. Poi ha notato il foro e mi ha portato di corsa all’ospedale».

I medici cos’hanno fatto?

«Non capivano che fine avesse fatto il proiettile, poi il dolore è aumentato nella mandibola. Sentivo qualcosa di strano in bocca e poco dopo, incredibilmente, ho sputato il proiettile. Ho avuto una paura terribile, ma mi hanno spiegato che dovevo ritenermi fortunato, poichè il proiettile era finito nei tessuti molli. Qualche centimetro più in alto e non avrei avuto scampo».

Ora ti come si sente?

«Il dolore è quasi scomparso, ma resta la preoccupazione per un episodio che non ha senso. Posso solo pensare ad un cacciatore maldestro».

I carabinieri cosa le hanno detto?

«Li ho accompagnati nel bosco per mostrare loro il luogo ove ero stato colpito. Poi mi hanno chiesto se avevo contratto debiti con qualcuno o se avevo recentemente avuto discussioni. Ma io sono cresciuto qui e ho tanti amici. Non ho lavoro da due anni, quindi anche l’eventuale discussione con colleghi è impensabile. In ogni caso i militari torneranno e proveremo a ricostruire insieme la vicenda, ma non saprei proprio cosa aggiugere, sono uno tranquillo. Magari stavano seguendo un capriolo ed hanno sparato a me». 

Al vaglio dei carabinieri le ipotesi sono dunque diverse; quel che è certo è che l’area dove vive il giovane con la propria famiglia non è particolarmente frequentata e, soprattutto, il piccolo boschetto non dà l’idea di essere una meta ambita per i cacciatori. Quel che è certo è che il 30enne non si avventurerà più tra quei folti arbusti ‘a cuor leggero’.