Tomba di un agente di polizia profanata dieci volte

Giallo al cimitero di Saliceto, l’ultima denuncia pochi giorni fa: «Lasciateci in pace»

Il loculo danneggiato fotografato nel pomeriggio  di mercoledì dopo l’ennesimo vandalismo

Il loculo danneggiato fotografato nel pomeriggio di mercoledì dopo l’ennesimo vandalismo

Modena, 20 agosto 2015 - Dieci raid mirati in due anni, l’ultimo proprio una settimana fa: giovedì. La stessa mano ignota ha rotto il sistema di illuminazione del loculo, staccato lettere e numeri che compongono il nome, le date di nascita e di morte; non è servito mettere una protezione in plexiglass, perché anche quella, nel giro di poco, è finita in frantumi. Stesso destino per vasi e fiori. Pure la fotografia è sparita, una volta.

Michele Delcore era un agente della polizia stradale di Modena, deceduto per cause naturali il sei aprile del 2013, all’età di 82 anni. Una carriera, quella nella polstrada, stroncata da un brutto incidente stradale, avvenuto negli anni ’90 mentre era in servizio, a San Donnino. «Da quel giorno – racconta la vedova – non ha più potuto lavorare e le sue condizioni si sono via via aggravate fino a due anni fa, quando non ce l’ha più fatta».

Esattamente in quel momento, aprile 2013 come detto, il giallo del cimitero di Saliceto Panaro ha cominciato a far registrare la folle sequenza di vandalismi messi in atto per colpire la memoria dell’uomo. I raid sono partiti da subito. Dieci episodi, puntualmente finiti in questura: nella denunce si parla di ‘vilipendio di tombe’, un reato penale. L’ultima porta la data del 13 agosto e a firmarle è sempre la moglie di Delcore.

«In tutto questo tempo – continua la donna che ha preferito restare anonima – ho speso migliaia di euro per sistemare i danni. Ma oggi non ce la faccio più, sono pensionata e non posso sopportare, anche economicamente, questa situazione. Anche i miei figli non capiscono il perché e non ce la fanno più». Passati due inverni, il giallo è ancora lì: ieri pomeriggio il loculo dove giace l’ex sovrintendente originario di Barletta mostrava lo stesso scempio. La protezione in plexiglass, sistemata da poco, è stata di nuovo spaccata con almeno un colpo assestato violentemente. Chi agisce, insomma, ha l’aria di essere colmo di rabbia. Ma la vedova non sa darsi spiegazione e lo ribadisce: «Mio marito era una persona buona, non ha mai avuto problemi particolari, nemmeno legati al suo lavoro. Ormai sono disperata».

Che la mano ignota prenda di mira soltanto la tomba dell’agente è evidente e si legge anche nelle denunce: basta fare due passi al cimitero di Saliceto Panaro e dopo poco si capisce che è l’unica ad essere danneggiata in quel modo. La polizia mortuaria del Comune è stata avvertita degli episodi, ma nessuno pare essere in grado di fermare il folle vandalo, che ormai da tempo, a cadenze regolari, non si sa per quel motivo profana il loculo. «Se ci fossero delle telecamere – conclude la vedova –, o solo più controlli, forse si riuscirebbe ad individuare il responsabile. Così non riusciamo davvero ad andare avanti e stiamo pensando di spostare la tomba da un’altra parte».