Bimbo invalido dopo il vaccino, Ministero condannato a pagare

I giudici hanno stabilito un nesso di causalità. Ora il Tar: "Roma versi alla famiglia 100mila euro"

Una vaccinazione in età pediatrica

Una vaccinazione in età pediatrica

Modena, 19 gennaio 2016 - Era un bambino di tre anni sanissimo e sorridente. Poi è arrivato il giorno del vaccino e da quel momento al piccolo sono stati riscontrati danni gravissimi, tanto che oggi il minore, da poco 15enne, ha un’invalidità riconosciuta del 100 per cento. Pur essendo stato stabilito dal tribunale, nel 2013, il nesso di causa tra la somministrazione vaccinale esavalente (Infanrix Hexa) e le patologie immediatamente insorte, il Ministero della salute, ancora oggi, non ha versato il dovuto risarcimento alla famiglia modenese.

Essendo la sentenza passata in giudicato il Tar, il 14 gennaio, accogliendo il ricordo presentato dal legale della famiglia, l’avvocato Francesco Terruli, ha ordinato al Ministero della salute di pagare tutte le somme dovute entro 30 giorni dalla notifica della sentenza. Tra l’altro la cifra dovuta per una tragedia tanto grande supera di poco i centomila euro.

Il caso, inevitabilmente, porta alla ribalta delle cronache la polemica legata ai vaccini. Un dramma, quello della famiglia modenese, che per la prima volta o quasi vede riconosciuto dai periti il legame tra danni biologici e vaccini. Lo scorso anno, infatti, i giudici di Bologna hanno sentenziato la nullità di legame tra i vaccini e la cosiddetta sindrome di Kanner, o autismo, ribaltando un verdetto del tribunale di Rimini del 2012, quando i giudici di primo grado diedero ragione a una coppia, disponendo un risarcimento di 200mila euro dalla Ausl di Rimini.

Nei mesi scorsi pediatri e medici di base hanno espresso preoccupazione circa il calo dell’andamento della copertura vaccinale nel nostro paese, legato appunto ai timori dei genitori. La sentenza del tribunale, oggi, riapre ‘una ferita’ ancora aperta, ma soprattutto tanti quesiti.

Infatti, a seguito di ricorso depositato a marzo 2011 dai genitori del bimbo contro il Ministero della salute, lo stesso Tribunale, con sentenza del dicembre 2013, vista la consulenza tecnica d’ufficio, ha riconosciuto il nesso di causa tra la somministrazione vaccinale esavalente (Infanrix Hexa, difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite), eseguita a settembre 2004 su un bambino di appena 3 anni. Infatti il piccolo, come dimostrato dalla perizia, da quel momento ha iniziato a comportarsi in modo diverso e ad accusare forti malori, fino alla diagnosi, da parte dei medici, di gravi patologie: cerebropatia cronica con ritardo dell’apprendimento grave, epilessia sintomatica, encefalopatia post-natale, strabismo grave e deficit visivo.

«La domanda dei ricorrenti è in parte fondata – si legge nella sentenza – dalla consulenza tecnica emerge come l’immunizzazione vaccinale con vaccino esavalente – Infanrix Hexa – ha valore di concausa preponderante, necessaria e sufficiente al manifestarsi dell’epilessia criptogenetica. La patologia è quindi ricollegabile, con elevato gradi di probabilità, all’immunizzazione con vaccino esavalente».

Da qui la condanna al Ministero al pagamento di 106mila euro in favore del minore, con l’estromissione dal giudizio di Ausl di Modena e Regione, essendo il Ministero l’unico legittimato nelle controversie di danno da vaccino. Da quel momento, però, dal Ministero solo silenzio.

«Anche il precetto è stato disatteso – spiega il legale della famiglia – e il successivo pignoramento ha dato esito negativo. I genitori del minore, a luglio, hanno denunciato alla Procura di Roma il dirigente del Ministero della salute, responsabile delle pratiche relative alla legge 210/92, contestando il comportamento omissivo dello stesso Ministero». Se il Tar non provvederà al pagamento, sarà quindi nominato ‘commissario ad acta’ il direttore generale dello stesso Ministero della salute affinchè provveda a dare esecuzione alla sentenza.