Prende a sediate il suo dipendente: arrestato il titolare di un kebab

Sanguinosa lite col cameriere che è rimasto colpito ad un occhio

Il locale con le tracce di sangue sul pavimento

Il locale con le tracce di sangue sul pavimento

Pesaro, 7 ottobre 2015 - L’ha preso a sgabellate, centrandolo ad un occhio. Che ora rischia di perdere irrimediabilmente. Lite sanguinosa tra titolare e dipendente di un kebab che voleva gli arretrati. Mouahad Naseem, 38 anni, pakistano, proprietario del kepab di via Cavour, non era d’accordo. Parapiglia l’altro ieri alle 14 dentro il locale per una questione di soldi, finita con il colpo di sedia nell’occhio di Qaiser Mirza di 30 anni, pakistano anche lui. Il quale è stato portato in ospedale e ricoverato. I medici disperano di salvargli la vista mentre Naseem, che ha la cittadinanza italiana, è stato arrestato seduta stante dalla polizia chiamata dal vicino bar Tender i cui clienti sono stati richiamati dalle urla di disperazione. Sul posto anche l’ambulanza del 118 che ha soccorso il malconcio Qaiser.

Invece Naseem E’ stato portato in questura e rinchiuso nella notte in cella di sicurezza. Poi ieri mattina è comparso davanti al giudice per la convalida dell’arresto. E qui, il titolare del kebab ha raccontato la sua verità: «Sono stato aggredito da tre persone, che erano venute nel mio locale perché volevano comprarlo. Ma io l’ho venduto ad un altro. Così hanno cominciato a urlare e ad aggredirmi. La persona che è rimasta ferita all’occhio ha preso la sedia per lanciarla contro di me ma si è fatto male da solo. Io non c’entro niente, ha fatto tutto da solo». Il giudice Maurizio Di Palma non ha creduto a questa versione ed ha convalidato l’arresto disponendo la scarcerazione dell’uomo ma con la limitazione dell’obbligo di firma giornaliera in questura. In altre parole, il titolare del kebab non può muoversi da Pesaro e rimanere a disposizione dell’autorità giudiziaria fino al processo previsto per 13 ottobre.

Il pm Silvia Cecchi ha ricostruito in udienza l’aggressione spiegando che la vittima voleva essere pagato per il suo lavoro di cameriere del locale. Doveva avere diverse mensilità e non aveva nessuna intenzione di acquistare o subentrare nell’attività. Voleva semplicemente quanto gli spettava ma il titolare non aveva nessuna intenzione di pagarlo. Anzi, ha reagito in quel modo armandosi di una sedia. La maglia strappata, secondo l’accusa, è dovuta al fatto che poi altri testimoni lo hanno bloccato energicamente perché altrimenti le conseguenze dell’aggressione potevano essere ancora peggiori.L’avvocato difensore Andrea Reginelli ha sostenuto che la dinamica dei fatti non è per niente chiara.