Combattimenti tra cani e cinghiali, in dieci a processo. Le foto

Maxi indagine della Forestale: ungulati dilaniati a morsi da esemplari di razza Dogo Argentino all’interno di un’azienda agricola dell'Urbinate

Combattimenti tra cinghiali e cani, maxi operazione della Forestale: 10 persone a processo

Combattimenti tra cinghiali e cani, maxi operazione della Forestale: 10 persone a processo

Urbino, 29 giugno 2016 - Una maxi indagine della Forestale ha permesso di portare alla luce un grosso giro clandestino di combattimenti tra cani e cinghiali (FOTO): tra le 10 persone rinviate a giudizio dalla Procura di Urbino c’è anche il gestore di un allevamento di cinghiali di Cagli (Pesaro Urbino) dove il 3 maggio 2014 è avvenuto uno degli incontri proibiti.

Le dieci persone sono state rinviate a giudizio per i delitti di combattimento, uccisione e maltrattamento di animali, tra cui tre allevatori residenti nelle Province di Perugia e Milano, sei proprietari di cani di razza Dogo Argentino residenti in Lombardia, Umbria e Campania, alcuni dei quali registravano con telecamere e cellulari il combattimento. 

L'INDAGINE - Diretta dal sostituto procuratore dottoressa Simonetta Catani del Tribunale di Urbino, l'indagine è durata due anni. L’operazione ha portato inizialmente ad una serie di perquisizioni a carico di alcuni allevatori, ripresi mentre addestravano cani che dilaniavano a morsi una femmina adulta di cinghiale, all’interno di un’azienda agricola in provincia di Pesaro Urbino.

Nel video sono stati identificati dalla Forestale tre noti allevatori della razza da combattimento mentre incitavano i cani ad attaccare la preda sfinita e sanguinante che veniva bloccata e sorretta, per le zampe posteriori, da uno degli addestratori, mentre i cani proseguivano gli attacchi, serrando le possenti mascelle sul cinghiale.

Sono stati sequestrati durante le perquisizioni tutti i cellulari, i computer, le telecamere e i supporti digitali utilizzati per registrare ed archiviare il materiale audiovisivo, dai quali sono emerse numerose immagini di dogo argentini gravemente feriti e cinghiali sbranati, alcuni cinghiali dilaniati appesi per le zampe posteriori per stimolare l’aggressività dei molossi. Dall’esame dei cellulari e tabulati sono stati inoltre identificati altri tre componenti della banda dei quali inizialmente non erano state individuate le generalità.

E’ stata accertata, inoltre, la morte di un cane di razza dogo argentino durante un combattimento contro un cinghiale ed almeno quattro episodi, testimoniati da veterinari, di prestazioni mediche fornite a due allevatori per suturare gravi ferite riconducibili ai combattimenti. Rinvenuto anche un esemplare adulto di Dogo Argentino con evidenti cicatrici recenti, trattate chirurgicamente e compatibili con gli eventi documentati.

I CANI - Il Dogo argentino è un cane selezionato nella prima metà del ‘900, in Sud America, per cacciare cinghiali e puma, cane dalla grande potenza fisica, pacifico con gli esseri umani, ma dotato di grande istinto predatorio tale da renderlo spietato al cospetto di altre specie individuate come prede. Le possenti mandibole una volta serrate sulle prede si aprono solo con utilizzo di appositi strumenti appuntiti, utilizzati dagli addestratori anche negli eventi documentati dal Corpo forestale dello Stato in Provincia di Pesaro Urbino.

LE PENE - Le persone coinvolte nell'indagine rischiano pesanti pene previste dal Codice Penale “Delitti contro il sentimento degli animali”, che per gli organizzatori di combattimenti e competizioni prevede la reclusione da uno a tre anni e multe fino a 160mila euro.