Profughi, l’ipocrisia dei Paesi colonialisti

Pesaro, 3 luglio 2015 - Il colonialismo italiano arrivò in Africa a fine ‘800 in Eritrea e Somalia, in Libia dopo il 1910, nel 1936 in Etiopia. Il nostro impero è stato il più breve e ha riguardato il 10% del continente. L’hanno fatta invece da padroni inglesi e francesi portando via ogni cosa. La guerra alla Libia l’hanno voluta Parigi e Londra (Berlusconi era contrario). I profughi vanno consegnati a francesi e inglesi. Giovanni Del Monte, Pesaro

risponde Beppe Boni, vicedirettore de Il Resto del Carlino

I profughi sono un problema europeo, non solo italiano. Tutta Europa, Angela Merkel in testa, è mobilitata per la Grecia. Ma non si vedono altrettanti impegno ed energia per risolvere il nodo degli sbarchi. I clandestini continuano ad arrivare a migliaia e l’Italia ne sopporta il peso maggiore. Del resto riempiamo il Mediterraneo di missioni navali che si occupano del soccorso e non bloccano le partenze. L’assurdo è che i Paesi più colonialisti della storia sono ora i meno collaborativi nell’accoglienza. Inglesi, francesi, spagnoli furono fra i primi ad andare in Africa, oggi dopo aver innescato il caos Libia chiudono le porte a casa loro. Il soccorso in mare non si discute ma serve una grande operazione umanitaria e di polizia internazionale per fermare i profughi in Africa. Matteo Renzi aveva parlato di una missione a guida italiana. Che fine ha fatto questo impegno?

beppe.boni@ilcarlino.net