"All’asta i dipinti di mio padre per aiutare i terremotati"

Filippo Ridolfi, figlio di Virginio mette a disposizione del pubblico sei opere. Ecco quali e come partecipare

Filippo Ridolfi, figlio di Virginio, mette all’asta sei opere del padre

Filippo Ridolfi, figlio di Virginio, mette all’asta sei opere del padre

Urbino, 22 maggio 2017 – Per quarantacinque giorni ci sarà la possibilità di visionare i quadri di Virginio Ridolfi (artista fanese scomparso nel 1983) che la famiglia mette all’asta per aiutare le popolazioni terremotate. Ridolfi, nato a Cuccurano nel 1922, si è formato alla Scuola d’arte Apolloni, con maestri come Emilio Lazzaro e Fabio Tombari, è stato allevatore di cani da caccia, ha iniziato a dipingere nel 1963, concentrandosi su paesaggi, cani, fiori, e poi sui calanchi che caratterizzarono la sua opera, tanto che venne definito il “pittore dei calanchi” e il “pittore dell’Infinito”.

La famiglia ha pensato ad un’asta di beneficenza per aiutare le popolazioni che hanno subìto i danni del terremoto nelle Marche, dandogli il titolo di “Amara, amata terra nostra” per ricordare il collegamento indissolubile di Ridolfi con il paesaggio, la vita, la forza del nostro territorio.

Il dipinto n. 1 è del 1968 ed è l’unica marina: dà l’idea del nostro litorale adriatico bello nella sua suggestione, ma con due barche sbattute dalle onde, alberghi chiusi per la stagione invernale, residenze abitative o ricettive costruite nelle pendici di un monte che si inabissa nel mare. Rimanda ai luoghi dove sono sfollati e ospitati tanti abitanti delle zone sismiche.

Il quadro n. 2 dà invece un’atmosfera spettrale di queste grandi masse di terra che come onde sembrano muoversi e spaccare in due la terra separando questa casa dove il pagliaio mostra il lavoro dell’uomo che lì risiedeva, casa ormai impossibile da raggiungere dal paese che si vede nello sfondo.

Il dipinto n. 3 è del secondo periodo (1973-1983): già è rappresentata una chiesa con lo sfondo dei nostri “Monti azzurri” di leopardiana memoria, dove tutto intorno sta franando e anche la struttura comincia a creparsi o in parte è già crollata. Non c’è presenza dell’uomo in questo scenario di solitudine.

Il quadro n. 4 è del secondo periodo (dal 1973 al 1983): in un primo piano la terra appare tranquilla per la presenza di vegetazione con degli abeti che sono i re dei boschi ed esprimono forza, mentre invece sono solo sentinelle, testimoni di un’atmosfera cupa dello sfondo che si sta facendo avanti inesorabilmente.

Il quadro n. 5 presenta un’atmosfera idilliaca, i nostri “Monti azzurri” visitati in volo come Ridolfi, da ex paracadutista della Folgore in tempo di guerra, amava fare dipingendo il suo mondo sempre visto dall’alto, a volo di uccello. Terra, soltanto terra, a mostrare la sua supremazia sulla piccolezza dell’uomo (altro tema caro al Leopardi).

Il quadro n. 6 presenta una visione sempre più in alto, si vola sulle sommità di questi giganti che sembrano muoversi alla nostra vista. Qui l’uomo può solo passarci in volo e non certo viverci, è il regno del vento.

La base d’asta per ogni dipinto è di 500 euro: gli interessati dovranno inviare la propria offerta via mail a info@virginioridolfi.com; la segreteria risponderà, tenendoli aggiornati sugli eventuali rilanci dell’offerta sulle opere.

L’asta sarà aperta per 45 giorni e al termine il ricavato sarà devoluto al Comune di Visso (si può visitare il sito www.virginioridolfi.com o vedere su Youtube le mostre su Ridolfi).