Assenteismo, vigile suicida. Era indagato con due colleghi pesaresi

I reati ipotizzati variano dall’abuso d’ufficio al peculato e alla truffa

I colleghi sbigottiti subito dopo il suicidio dell’ispettore

I colleghi sbigottiti subito dopo il suicidio dell’ispettore

Pesaro, 20 ottobre 2017 - Dramma a Bellaria di Rimini, dove vi lavorano due vigili urbani residenti a Pesaro ma in servizio nella cittadina romagnola. Un ispettore della polizia municipale, Attilio Sebastiani si è sparato pochi minuti prima di essere interrogato dal gip di Rimini. A dover comparire davanti al magistrato anche i due pesaresi, Felice Ardito e Antonio Crestini, accusati al pari dell’ispettore suicidatosi e del comandante Ivan Cecchini, di assenteismo. I reati ipotizzati variano dall’abuso d’ufficio al peculato e alla truffa. Le Fiamme Gialle, coordinate dal sostituto procuratore Elisa Milocco, avrebbero ricostruito alcuni episodi in cui gli agenti si sarebbero assentati da lavoro per venti minuti o un’ora al massimo, usando l’auto di servizio per recarsi in un bar. Altri riguarderebbero invece mancate timbrature del cartellino e straordinari non certificati.

Episodi su cui il comandante avrebbe sorvolato, o comunque deciso di non approfondire. Ivan Cecchini avrebbe inoltre autorizzato i due agenti che vivono a Pesaro ad arrivare al lavoro in base agli orari delle Ferrovie dello Stato, modificando quindi quelli canonici di servizio. L’inchiesta è di fatto conclusa, e il pubblico ministero aveva chiesto per tutti la misura interdittiva di sospensione dal servizio. Ieri mattina il gip avrebbe dovuto decidere, ma come vuole la legge dopo avere sentito gli indagati. Ma l’ispettore Sebastiani ieri mattina non si è visto in tribunale. Lo hanno pure aspettato ma poi sono andati a cercarlo al comando trovandolo senza vita. Gli altri colleghi, quasi contemporaneamente, si trovavano nell’aula gip del Palazzo di giustizia, e anche loro erano in attesa dell’ispettore per cominciare gli interrogatori.

C’erano già tutti, ossia i difensori dei vigili residenti a Pesaro, ossia Luca Greco e Gabriele Marra, oltre al gip, al pm. Attendevano l’ispettore Sebastiani perché erano stato stabilito che dovesse essere il primo a subire l’interrogatorio. Così hanno aspettato un po’, ma quando non l’hanno visto arrivare, hanno deciso di chiamare il comando di Bellaria, per sapere che fine avesse fatto. Sebastiani non era tipo da tardare, e qualcuno ha cominciato ad avere un brutto presentimento, forse perché lo conosceva meglio degli altri. A quel punto i colleghi del comando sono andati a cercarlo nel suo ufficio, e quando l’hanno trovato chiuso a chiave, si sono preoccupati parecchio. Al punto che hanno deciso di sfondare la porta. L’ispettore era lì, morto: l’aveva fatta finita usando per l’ultima volta la sua pistola d’ordinanza, seduto alla scrivania. Indagano i carabinieri. Sconvolti i colleghi per una scelta inimmaginabile. Tutti erano certi della correttezza del loro operato e si erano detti certi di poter dimostrare la propria innocenza.