Pizzo, assenteismo, doppio lavoro: la Provincia licenzia 4 dipendenti

In più, rimborsi spese per viaggi mai fatti. Per i furbetti tira brutta aria

La sede della Provincia di Pesaro e Urbino

La sede della Provincia di Pesaro e Urbino

Pesaro, 17 luglio 2014 - La Provincia ha licenziato quattro dipendenti. Un quinto sta per essere accompagnato alla porta. Hanno scoperto che ha un doppio lavoro. «Chi pensa che negli enti pubblici non si possa licenziare si sbaglia di grosso — dice Marco Domenicucci, direttore generale dell’ente — la tolleranza che pratichiamo noi è zero. Se accettassimo il concetto che quelli che giocano sporco debbano essere tollerati e considerati al pari di chi fa il proprio dovere, allora tutti comincerebbero a fare poco o nulla o peggio. Per evitare questo, applichiamo la legge che prevede per chi sgarra anche il licenziamento».

Il primo ad esser licenziato è stato un cantoniere di Piobbico. E’ accusato di aver chiesto il pizzo ai privati incaricati di pulire le strade dalla neve. E’ stato denunciato e poi licenziato. Il secondo prometteva posti di lavoro a tempo indeterminato in Provincia. Bastava pagare anche in questo caso una specie di pizzo. Quando l’assunzione non arrivava, uno di chi aveva creduto alle promesse ha fatto denuncia, l’impiegato infedele è stato licenziato in tronco.

Un terzo e un quarto avevano pensato che timbrare il cartellino ed essere nello stesso momento assenti non era un problema. Poi non contenti, si inventavano anche rimborsi spese per viaggi inesistenti. La direzione è stata informata e sono scattati i licenziamenti. Spiega il direttore Domenicucci: «Ora dobbiamo valutare il comportamento di questo impiegato sorpreso a svolgere in maniera stabile un secondo lavoro senza alcuna autorizzazione. E’ un comportamento passibile di licenziamento. Ed è quello che intendo promuovere senza alcun dubbio».

Ma la Provincia, tra licenziamenti, uscite volontarie, prepensionamenti in vista per 60 dipendenti, sta diventando una porta girevole dove si esce solo: «E’ ovvio che il taglio costante degli stanziamenti sta letteralmente bloccando anche la pur minima attività. Questo però non significa che il personale è demotivato — dice Domenicucci — fatta eccezione per quelle poche pecore nere che continuano ad esserci anche qui e che non fanno granché perché assunte al tempo con le raccomandazioni e senza nessun merito — tutti gli altri si impegnano per svolgere al meglio i vecchi e i nuovi compiti che abbiamo. Nessuno alza bandiera bianca, ma vorremmo avere maggiori certezze sulle risorse finanziarie a disposizione. Altrimenti tra un po’ ci chiederanno indietro anche le nostre entrate».

ro.da.