Maestra travolta sulle strisce, commozione al funerale di Livia Cardinali

Il marito: "Grazie a tutti. Sentiamo il calore della vostra presenza" FOTO Il funerale; L'incidente

I funerali di Livia Cardinali (Fotoprint)

I funerali di Livia Cardinali (Fotoprint)

Pesaro, 23 aprile 2015 - "Livia ha combattuto una buona battaglia» ha detto Padre Marzio Calletti fondatore della Fraternità di San Francesco, presente in massa ieri al funerale di Livia Cardinali, la maestra travolta sabato scorso da un’auto mentre attraversava via Ponchielli. Richiamando la prima lettura sulla testimonianza di San Paolo, Padre Marzio ha continuato: «Ora resta solo una corona di giustizia».

Il Signore le «è stato vicino nel portare a compimento l'annuncio del Vangelo tra la gente». La stima e l'affetto per una donna descritta come coraggiosa e propositiva sono diventate evidenti nella folla che ieri ha animato la messa. «Grazie a tutti. Sentiamo il calore della vostra presenza - ha detto Massimo Bonatti, marito della donna, deceduta in ospedale due giorni dopo l’incidente -. Padre Marzio ci ha chiesto di non odiare colui che ha provocato la morte di Livia. Sì, sono pronto a perdonare di cuore».

Se immediato è stato pensare all’automobilista 93enne che non si è fermato davanti alle strisce, la sincerità è risuonata nelle parole di perdono di Bonatti, che nonostante tutto si è immedesimato nel peso altrui.

«MI RIVOLGO – ha poi detto Bonatti – al personale sanitario e ai docenti che anche in questi anni stanno insegnando a mia figlia Martina il delicato mestiere dell’infermiere. A voi vorrei ricordare quanto, insieme alla tecnica e al metodo, sia importante trasmettere un valore che in corsia non dovrebbe mancare: l’empatia. Dico questo perché è stato grazie ad una dottoressa che ha trasgredito alla regola del reparto se sono riuscito ad assistere Livia nella estrema unzione. La ringrazio pubblicamente sperando che il mio messaggio di gratitudine le arrivi». La messa è durata un’ora e mezza ed è riuscita non solo a non appesantire i cuori, ma anche a liberare più di un sorriso.

OLTRE al corposo gruppo di scout, dove entrambi i figli Bonatti, Nicola e Martina, sono cresciuti, ieri le prime file del Duomo erano impegnate dai bambini e dalle colleghe della scuola primaria Don Milani; seguiti dallo storico gruppo ecclesiale della Fraternità di San Francesco, con da Padre Marzio, all’altare insieme ad una decina di sacerdoti tra cui Digio, monsignor Franco Tamburini, Padre Damiano dei Cappuccini e don Gino.

Affettuoso è stato l’intervento di Giampiero Bellucci, che ha ricordato l’importante legame fraterno mai interrotto con la parrocchia di San Giuseppe; edificante invece è stato il contributo degli alunni, che fedeli alla promessa fatta a Martina al mattino, non hanno pianto, ma testimoniato la loro «simpatica vicinanza». Poi alpistock alzati: «Grazie Livia, sarai la luce che illumina la nostra strada». Di che pasta sono fatti i figli di Livia, infine l’ha confermato Nicola che non ha fatto mancare il suo sostegno a quanti volevano bene alla sua mamma regalando parole preziose. Blasonata di «stima e affetto», esempio continuo di generosità e grazia per tutti: «Livia ha combattuto una buona battaglia – ha concluso padre Marzio - affrontando con grinta ogni curva della vita».