Stroppa Nobili, l’uomo detto Archivio

Operaio, violinista, ma soprattutto collezionista di tutto ciò che racconta la città IL VIDEO "Auf Wiedersehen Pesaro" con le immagini degli anni Sessanta

Gabriele Stroppa Nobili con due immagini del suo grande archivio

Gabriele Stroppa Nobili con due immagini del suo grande archivio

Pesaro, 9 gennaio 2016 - «Ciao, Archivio». Gabriele Stroppa Nobili, o come lo chiaman tutti “Archivio”, è pesarese, ha 48 anni, una moglie musicista, di mestiere ha sempre fatto l’operaio in un’azienda del mobile.

Allora, verrebbe spontaneo chiedersi da dove provenga quel soprannome, “Archivio”, con cui in tanti hanno preso a salutarlo quando lo incrociano per strada. Nessun mistero: in anni di solerte attività di ricerca Gabriele Stroppa Nobili, appassionato di storia locale e di cultura materiale ha messo insieme libri, manoscritti, stampe, mappe, disegni, oggetti, prevalentemente dal 1500 ad oggi, di apprezzato valore documentale e certamente utili a descrivere e tramandare l’identità pesarese.

E non solo. Quando Stroppa ha deciso di studiare paleontologia, a metà degli anni ’80, ha scoperto due nuove specie di fossili: un pesce ed una libellula. «Il pesce – conferma Stroppa Nobili – di epoca pliocenica, rinvenuto nelle valli del Metauro, è stato studiato dall’Università di Washington e battezzato col nome di Frigocanthus Stroppanobili, ora custodito nel Museo Civico di Storia Naturale di Verona e pubblicato nel “Bollettino” museale».

La libellula, invece «è di epoca miocenica – continua Stroppa – ed esemplare unico al mondo ed è stata ritrovata nell’attuale Parco Naturale del Monte San Bartolo di Pesaro. Dopo essere stata studiata da un’equipe di scienziati europei e battezzata Italolestes Stroppai, oggi è custodita nelMuseo Paleontologico “Lorenzo Sorbini” di Fiorenzuola di Focara».

Museo per cui “Archivio” ha contribuito a costituire. Ora è tutta fortuna del principiante? Di certo quella non guasta, ma è chiaro che Stroppa Nobili trova perché di base sa cosa e come cercarlo. Altrimenti come avrebbe potuto riconoscere e pubblicare il manoscritto del Conte Carlo Emanuele Montani, un compendio di nomi, personalità, proprietà, enti pubblici, ecclesiastici relativi al contado pesarese, ritenuto altrimenti disperso?

«Non è un’opera letteraria – spiega Stroppa Nobili –, ma per gli appassionati di storia come me è certamente di interessante consultazione. Di certo è tra i pezzi, della mia collezione a cui sono più affezionato».

Una delle immagini sul mondo agricolo tratte dall'Archivio Stroppa Nobili

Una delle immagini sul mondo agricolo tratte dall'archivio di Gabriele Stroppa Nobili

Un altro reperto “amatissimo” è «il disegno, fatto da Federico Barocci, di uno dei due angeli poi dipinti nella Circoncisione conservata al Louvre, trovato in un mercatino». Autentico? E’ questione di “expertise”, una valutazione che serve solo se si fa mercato. «Non mi interessa fare il commerciante – spiega Stroppa Nobili –. Di certo è un pezzo che conservo con molta cura, perché è giusto tramandarlo».

Insomma lo spirito gentile e illuminato, spiega perché Stroppa scandagli mercatini di ogni sorta, divertito esploratore di pezzi tra antiquariato, modernarito e carabattolame quale è. Ma se l’elenco di ritrovamenti e collaborazioni con intellettuali, università e centri studi è troppo lungo da fare, in breve però si spiega la citazione preferita di “Archivio”: «secondo Aristotele – dice Stroppa – lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero».

Essendo liberi di affermare ciò che si è.

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