Attacco a Parigi, l’imam parla alla ‘Nuova Scuola’: "Sono sconvolto"

Hicham Rachdi incontra gli studenti: "Che fatica essere qui stamani"

Pesaro, l’imam alla Nuova scuola (Fotoprint)

Pesaro, l’imam alla Nuova scuola (Fotoprint)

Pesaro, 15 novembre 2015  - Non poteva esserci coincidenza più sfortunata di quella di ieri mattina per l’incontro nell’Aula Magna de «La Nuova Scuola» con il dottor Hicham Rachdi, Imam dela comunità musulmanna della provincia di Pesaro e Urbino, circa 300 persone, organizzato in occasione dell’apertura della mostra su «Abramo, la nascita dell’io» aperta da qualche giorno nella Sala Laurana di Palazzo Ducale. Il dottor Rachdi si era preparato a dovere per parlare di «Abramo, l’amico intimo di Allah», ma la strage islamica che ha sconvolto Parigi e il mondo incombeva su tutto e su tutti, compreso Abramo, il padre comune delle tre religioni monoteiste.

«Dico subito che ho fatto molta fatica ad essere qui questa mattina - ha infatti detto subito con molta chiarezza e partecipazione l’Imam -, stanotte mentre stavo sistemando le ultime cose per questo incontro con voi ho saputo quanto era successo a Parigi e mi si è bloccata l’anima. Non tanto perché questa strage coinvolge l’Islam, ma soprattutto per una questione di umanità». A presentarlo c’è don Daniele Federici, docente di storia e filosofia, ad ascoltarlo ci sono gli studenti de «La nuova Scuola» che gremiscono l’aula e, fra gli altri, seduto accanto al tavolo c’è anche il vicario vescovile don Sarti.

«Mia figlia – ha proseguito Hicham Rachdi – mi ha chiesto, babbo perché è successo questo massacro e io non sapevo che cosa rispondere. Noi viviamo qui da oltre vent’anni e non abbiamo mai avuto alcun problema né di carattere religioso né sociale. Poi mi sono venute in mente le parole di Papa Francesco in occasione dell’altro attentato parigino e cioè che il terrorismo non ha religione. E’ stato allora che ho saputo rispondere almeno in parte a mia figlia: noi abbiamo un progetto, le ho detto, la nuova generazione sta crescendo, stai concentrata, porta amore per gli altri, non guardare alla religione, ma all’umano. Il fatto è – ha detto ancora l’Imam Rachdi – che noi lanciamo pregiudizi partendo dall’aspetto di una persona e invece non dovremmo mai dimenticare che noi tutti siamo stati creati umani, non religiosi».

Quarantadue anni, moglie e tre figli, Hicham Rachdi vive da parecchi anni a Tavernelle dove lavora per un’importante azenda locale. «Le sue parole mi hanno commosso – commenta il dottor Giorgio Maniscalco de “La Nuova Scuola” -. Anch’io ho fatto l’esperienza di avere pregiudizi incontrando per strada alcune persone come lui. Ma quando sono stato in visita alla moschea del Gallo e ho conosciuto lui e la sua famiglia ho trovato solamente umanità e cordialità».