Fusignano, un murale per raccontare gli 'scioperi alla rovescia'

L'ha realizzato Simone Ferrarini del Collettivo Fx di Reggio Emilia

Simone Ferrarini, del Collettivo Fx di Reggio Emilia, al lavoro (Foto Scardovi)

Simone Ferrarini, del Collettivo Fx di Reggio Emilia, al lavoro (Foto Scardovi)

Fusignano (Ravenna), 15 luglio 2017 - Furono definiti ‘scioperi alla rovescia’ e presero piede negli anni ’50 nei luoghi più rivoluzionari d'Italia con protagonisti i braccianti a cui veniva tolto il lavoro. Per ‘raccontare’ questa forma di protesta alternativa, Simone Ferrarini del Collettivo Fx di Reggio Emilia - realtà specializzata nella realizzazione di opere sui temi della memoria, della cultura e del patrimonio storico -, ha realizzato un nuovo murale in via Curiel a Fusignano.

Un’opera di micro riqualificazione urbana che ‘racconta’ appunto i cosiddetti ‘scioperi alla rovescia’ dei braccianti della cittadina, avvenuti nel 1952 e nel 1957. Fu appunto una sessantina di anni fa che i lavoratori della locale Cooperativa braccianti divennero i protagonisti di queste singolari forme di protesta messe in atto lavorando le terre contro il parere dei padroni, con la finalità di conquistarle in compartecipazione ed economia. In questa modo la cooperativa ottenne il fondo Saldine nel 1957 e ancor prima, nel 1952, invase il bosco che era stato proprietà dei Calcagnini d’Este e che in quel momento apparteneva ai signori Cortesi e Savorelli di Bagnacavallo. Il bosco era in quel momento una terra incolta ai confini del paese, i cui magnifici alberi erano stati abbattuti e distrutti a causa dei bombardamenti inglesi. Tre o quattrocento braccianti invasero quel terreno armati di zappe per prepararlo alla semina ma dopo un paio d’ore di lavoro furono interrotti dalle forze dell’ordine e dovettero allontanarsi.

“Un artista, una storia locale, un muro mai tinteggiato del centro. Tre elementi – ha commentato il sindaco di Fusognano, Nicola Pasi -, per un'opera di micro riqualificazione urbana a riscoperta della storia locale, o meglio, una di quelle tante piccole storie scritte dalla nostra gente”.

Lu. Sca.