E la voglia di osare dov’è?

Ravenna, 30 giugno 2016 - Non è detto che la gioventù sia sempre sinonimo di idee vincenti, entusiasmo e freschezza. Così come non è detto che, anche se la rottamazione è sempre meno di moda, l’esperienza e un’età non verdissima facciano regolarmente rima con vecchiume, con l’essere superati. Ciò premesso si sperava, e tanto, che la parola ‘rinnovamento’, pronunciata spesso dal sindaco Michele de Pascale in campagna elettorale non fosse solo uno slogan, ma un secco colpo di timone a una rotta comunale cristalizzata da secoli, e fuori dal tempo. Ma in questa città ci sono troppi cordoni ombelicali difficili da recidere e troppa gente da accontentare. E così, a naso, la parola rinnovamento poco ciazzecca con la nuova giunta destinata a decidere il destino della città fino al 2021. Non è rinnovamento confermare, e questo già dice molto, metà squadra del Matteucci bis, una giunta non indimenticabile ad eccezione di Fagnani e anche di Cameliani.

Non è rinnovamento premiare qualcuno solo perché è stato fondamentale in campagna elettorale. Parlerà il campo, parleranno i risultati, sperando di vedere più sostanza e meno tagli del nastro di mercatini vari. Certo, è sempre complesso trovare un equilibrio quando tutti ti tirano per la giacca ricordandoti più o meno fra le righe l’aiuto dato nello sprint elettorale per la vittoria finale.

Giunte perfette non ne esistono, se qualcuno ne ricorda una, alzi pure la mano, ma sia sincero fino in fondo. Esistono giunte confezionate col manuale Cencelli (e questa le assomiglia tanto), giunte dove ci sono assessori di facciata dominati dal sindaco assopigliatutto, giunte con assessori super (come Gabrio Maraldi ed Enrico Liverani) e altri di contorno. La perfezione non esiste, però qui di nuovo c’è pochino, quando invece bisognava cambiare tanto.

L’unica scelta che pare stimolante è quella di Federica Del Conte, ingegnere di 40 anni, attesa dalle grandi sfide dell’urbanistica, vero rebus dei prossimi anni, mentre è stato lungimirante dedicare quasi completamente un assessorato al turismo, un settore essenziale, in crisi, e che ha bisogno di attenzione totale, non di essere inglobato in un assessorato con 14 deleghe com’era successo nella parte finale dell’ultima amministrazione.

Per il resto non va lontano dalla verità chi definisce questa giunta una sorta di rimpasto. E se alcuni di questi nomi fossero stati preannunciati in campagna elettorale, come più volte richiesto, vi immaginate le discusssioni? Magari con possibili ripercussioni sul voto, ma sbaglia chi oggi si sorprende. Considerando le infinite ramificazioni con cui s’era presentato il centrosinistra alle urne, tutto sommato era prevedibile una simile distribuzione delle deleghe, anche se si sperava il contratrio. Comunque amen, la giunta è questa, gli appunti li chiudiamo qui, confidiamo sull’entusiasmo e l’energia di De Pascale e buon lavoro a tutti, perché qui c’è una città da rilanciare. Il rinnovamento serve davvero.