“Violentata e seviziata da due uomini. Pregavo che non mi uccidessero”

Il drammatico racconto di Kristina: “Ho resistito per mio figlio”

Indagano i carabinieri

Indagano i carabinieri

Ravenna, 20 novembre 2014 - «Quando torno a casa, alla sera, dopo il mio lavoro sul marciapiede, ringrazio sempre Dio perché sono viva, ma non riesco a dimenticare quell’orrore: violentata e brutalizzata per ore da due uomini, da due bestie senza alcuna pietà. Non ce la faccio. E piango e urlo».

Kristina ha 25 anni e da alcuni mesi ha lasciato la Bulgaria, la sua terra d’origine.

«Inseguivo un sogno e ho trovato l’inferno qui nel vostro Paese — esordisce la giovane (assistita dall’avvocato Massimiliano Orrù) —. A casa mia è rimasto mio figlio, la mia ragione di vita, di 4 anni. E’ molto malato e ho bisogno di soldi per farlo operare negli Stati Uniti. Se sono ancora qui, è solo per lui».

Alcuni mesi fa la ragazza era vicina a Mirabilandia, in attesa di clienti: «Mi si è avvicinata un’auto, alla guida c’era un uomo. Dopo esserci messi d’accordo sul prezzo, sono salita sulla vettura». Era l’inizio di un incubo: «Quando siamo arrivati sul luogo dove avremmo dovuto appartarci — continua la lucciola dell’Est — è sbucato dal sedile posteriore un energumeno armato di un coltello, prima mi ha minacciato e poi mi ha pestato».

A turno i due uomini l’hanno seviziata e violentata, più volte: «Mi hanno brutalizzato, fatto di tutto e senza mai usare il preservativo. Li imploravo di lasciarmi andare, mi deridevano e mi picchiavano sempre più forte — prosegue Kristina —. Pregavo di restare viva perché il mio bambino ha solo me, ma ho temuto di morire. Poi, quando si sono stancati di seviziarmi, mi hanno gettato fuori dall’auto. Ero una maschera di sangue, non riuscivo più a muovermi».

Kristina ha la forza di chiamare un’amica che la soccorre: «Per quasi due mesi non sono uscita di casa. Piangevo, ero disperata. Di notte non riesco ancora a dormire, ho gli incubi». La giovane prostituta ha presentato denuncia, ma non ha riconosciuto i suoi due aguzzini: «Ero troppo terrorizzata quella notte, ho cercato di cancellare i ricordi, mi sarei strappata anche la pelle pur di dimenticare tutto». Kristina poi aggiunge la storia di un’altra amica: «Una di noi è stata violentata da quei due, li ha riconosciuti e ha presentato denuncia, ma è tornata in patria. Non voleva più restare qua. Stava per impazzire. E’ fuggita. Io non posso: non ho ancora i soldi per l’intervento per il mio bambino. Poi me ne andrò. Lontano da questo schifo».