Al via il processo Aemilia, operai al lavoro fino a notte

Terminata l’aula speciale eretta nel cortile del tribunale. Grande spiegamento di forze dell’ordine, l’Esercito vigilerà 24 ore su 24

I tecnici impegnati negli allestimenti finali

I tecnici impegnati negli allestimenti finali

Reggio Emilia, 23 marzo 2016 – Si è lavorato fino a notte per riuscire a rendere agibile l’aula speciale per l’inizio del dibattimento del processo Aemilia. Una corsa contro il tempo perché tutto fosse pronto per oggi: alle 9,30 prende il via la prima udienza.

Sono 147 gli imputati, di cui 34 quelli che devono rispondere di associazione mafiosa. Alcuni sono ancora in carcere e una ventina sono stati trasferiti alla casa circondariale della Pulce per rendere più agevole e meno dispendioso il trasferimento in tribunale per le udienze.

Intanto ieri mattina in prefettura c’è stato un incontro con i vertici delle forze dell’ordine, della procura e del tribunale per verificare le ultime disposizioni di sicurezza relative all’aula e all’avvio del processo.

È stato confermato un dispiegamento di forze piuttosto imponente. Saranno presenti 30 carabinieri all’interno del tribunale, mentre altrettanti poliziotti vigileranno all’esterno. Ci saranno anche tre unità del Corpo Forestale e due della polizia provinciale, oltre a personale dell’Esercito, che avrà anche il compito di sorvegliare il tribunale 24 ore su 24, in quanto dichiarato dal ministero «sito sensibile».

Ieri i lavori degli operai si sono concentrati prevalentemente sull’ingresso all’aula. Nei giorni scorsi sono stati installati i tornelli e i metal detector che verranno presidiati da una decina di guardie giurate che controlleranno il regolare afflusso di avvocati, imputati, parti civili, giornalisti e pubblico, che in questo processo può assistere.

La corte è formata dal presidente del tribunale Francesco Maria Caruso e, a latere, dai giudici Cristina Beretti e Andrea Rat, mentre la pubblica accusa è sostenuta dai pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi. Nell’elenco degli imputati si sono persi i nomi più noti, come quello di Giuseppe Pagliani, oppure i capi della cosca, come Nicolino Grande Aracri, Francesco Lamanna, Nicolino Sarcone: hanno scelto il rito abbreviato, che si definirà prossimamente in udienza preliminare a Bologna.

Tuttavia rimangono alcune posizioni decisamente interessanti, prima fra tutte quelle di Pasquale Brescia, l’imprenditore accusato di associazione mafiosa, che recentemente ha scritto una lettera indirizzata al sindaco Luca Vecchi, per cui il primo cittadino ha presentato denuncia per minacce.

E ci sono anche Giuseppe Iaquinta e il figlio Vincenzo, ex calciatore della Nazionale e della Juventus, entrambi difesi dall’avvocato Carlo Taormina.

Abbiamo anche Gaetano Blasco e Antonio Valerio, intercettati mentre ridevano al telefono subito dopo la scossa di terremoto.

C’è anche l’intera famiglia Bianchini, gli imprenditori modenesi che si sarebbero appoggiati a Michele Bolognino per la ricostruzione del dopo terremoto. I Vertinelli e Gianluigi Sarcone, fratello di Nicolino. Grande interesse suscitano, invece, i possibili testimoni. In aula potrebbero sfilare i calciatori Leonardo Bonucci e Claudio Marchisio, chiamati da Vincenzo Iaquinta; poi il ministro Graziano Delrio, chiamato dalla difesa di Brescia, o il presidente della Regione Stefano Bonaccini, citato dalla stessa Regione costituitasi parte civile.