A Reggio arriva Courage per 'curare' i gay. Il vescovo: "Nessuna terapia"

In città scoppia la polemica tra ultracattolici e omosessuali

Una coppia gay si tiene per mano

Una coppia gay si tiene per mano

Reggio Emilia, 10 dicembre 2015 - Scoppia la polemica a Reggio tra i gay e il mondo ultracattolico. E’ sbarcata anche a Reggio l’associazione Courage, ovvero un gruppo di auto aiuto per chi prova attrazioni omosessuali.

Courage è un’organizzazione internazionale, nata nel 1980 a New York, e si è diffusa poi in molte parti del mondo. Tra cui l’Italia. Nel nostro Paese sono tre i circoli dei cattolici integralisti: uno a Roma, uno a Torino e uno, appunto, a Reggio. Come riferisce un’inchiesta del settimanale «L’Espresso», questi circoli, autorizzati dal Pontificio consiglio per la famiglia, dalla Santa Sede e capeggiati da un sacerdote messo a disposizione dalla Curia, hanno l’obiettivo di curare l’omosessualità.

Da quanto si legge, infatti, sul loro sito internet: «Provi un’attrazione omosessuale e sei in cerca di risposte? Courage, un apostolato della Chiesa Cattolica, offre accompagnamento spirituale alle persone con attrazione per lo stesso sesso ed ai loro cari». E gli obiettivi sono quelli di «incoraggiare i membri di questo gruppo ad astenersi dal sesso e vivere una vita casta secondo l’insegnamento della Chiesa Cattolica sull’omosessualità». Per fare questo è stato anche istituito un manuale, composto da dodici regole. Manuale che è stato basato sui dodici passi originali degli alcolisti anonimi. L’associazione ha anche un altro programma, chiamato Encourage. Chi si iscrive non vuole infatti aiutare se stesso, ma una persona a lui cara.

Ecco la risposta del vescovo Massimo Camisasca, sulla questione di Courage. «Il vescovo conosce la realtà di “Courage” da un anno perché alcuni uomini con orientamento verso persone dello stesso sesso si sono a lui rivolti per essere aiutati a vivere nella preghiera, nella meditazione della Sacra Scrittura e nella castità - dice il comunicato della Curia locale -. ‘Courage’ non intende essere una terapia riparativa e non chiede a nessuno di aderire a tali terapie. È un aiuto a vivere secondo quanto espresso dal Catechismo della Chiesa Cattolica e dalla Tradizione della Chiesa. Circa il servizio pubblicato da L’Espresso”, addolora che libere persone che si trovano a pregare siano violate così pesantemente nella loro privacy di cittadini italiani».