CronacaBlue Whale, ragazza finisce in trappola. Salvata dalle compagne

Blue Whale, ragazza finisce in trappola. Salvata dalle compagne

Aveva già indicato il giorno del suicidio, legato al ‘gioco’ online

Il tatuaggio della Balena Blue

Il tatuaggio della Balena Blue

Reggio Emilia, 24 maggio 2017 - La psicosi della balena blu è arrivata anche in un comune del comprensorio ceramico. Questo demenziale gioco, che può culminare addirittura con il suicidio, sta creando curiosità ed apprensione fra gli adolescenti e sta dilagando a macchia d’olio, incuneandosi anche nei paesi, come è successo nel distretto ceramico. Nei giorni scorsi, ecco che a cadere in questa trappola, è stata una ragazzina che sta frequentando la scuola in un paese del comprensorio. Non indicheremo nè il paese, nè la scuola e nemmeno l’età per tutelare la ragazza.

Sono state le amiche a cogliere il suo segnale di disagio e ad avvisare gli insegnanti della classe. Immediato l’intervento. Senza indugio la scuola ha allertato i genitori della ragazzina: ancora una volta è stato determinante il ruolo vigile e consapevole delle amicizie e degli insegnanti.

Increduli i genitori che non si erano accorti di nulla. Pare che l’adolescente, sulla scia dell’onda di «balena blu« si fosse incamminata in questo fantomatico e pericoloso percorso, giungendo persino a fissare e condividere la data del suicidio. «Siamo intervenuti - ci ha detto una persona informata della situazione - immediatamente. Sono state molto brave le compagne di classe che hanno colto i segnali e che hanno avvisato le insegnanti. Occorre fare molta attenzione ai comportamenti degli adolescenti per cercare di cogliere eventuali indicazioni di malessere».

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Tutti da chiarire i particolari della vicenda che, come è comprensibile, viene gestita con la massima delicatezze e cautela. Non si sa se i segnali della ragazzina siano da imputare ad una semplice emulazione o ad una valutazione cosciente del percorso intrapreso. La ragazzina era comunque arrivata a fissare la data del suicidio. Una provocazione? Un gesto di simulazione nei confronti di coloro che condividono il percorso di Balena Blu? Una richiesta di auto? Un gesto per attirare l’attenzione? 

E’ stato comunque il particolare della data dell’ipotetico suicidio ad allertare le preoccupazioni delle compagne e a far intervenire, immediatamente, gli insegnanti. Naturalmente, i primi ad essere avvisati della situazione sono stati i genitori. «Gli elementi raccolti - ci dice un’altra persona - farebbero propendere ad un’azione dettata più dalla simulazione e dalla curiosità nei confronti di questo gioco piuttosto che da una reale intenzione. Il problema di fondo è la fragilità degli adolescenti e la loro vulnerabilità. Oggi più che mai i genitori devono viaggiare affiancati ai loro figli. Fisicamente sono grandi, ma interiormente hanno bisogno di una guida vigile e costante».

Fatto sta che la notizia, all’interno della scuola, è comunque diventata in poche ore virale assumendo connotati inverosimili. Questo fantomatico gioco della «balena blu» , la curiosità morbosa, il desiderio di comparire e di emergere, nonché l’episodio che ha visto protagonista la ragazzina, hanno creato fra gli studenti e fra i genitori un forte allarmismo.  «Vorrei mandare un messaggio forte e chiaro - interviene uno psicopedagogista - a tutti i genitori. Quello di non stancarsi a tenere monitorati costantemente i propri figli. Il dialogo e il contatto sincero e diretto sono sempre l’arma vincente per prevenire situazioni di pericolo».