Donna mummificata, scarpe, anello e un bikini per svelare il mistero. Le foto

Giovane e ben vestita, cadavere da tre mesi. L’appello della polizia

L'anello della vittima

L'anello della vittima

Rimini, 28 ottobre 2016 - Il cadavere della donna era steso a faccia in giù su un materasso sporco di secoli. Indossava brandelli di un bikini verde a pois bianchi, il corpo interamente mummificato. Questa la scena che due giorni fa si è presentata a un operaio che ha aperto un container delle Ferrovie, nella zona dello scalo merci della stazione di Santarcangelo. (leggi l'articolo)

Uno sgabuzzo dove nessuno entrava più da mesi, diventato in un minuto la scena del crimine. Fino a ieri sera però nessuno aveva ancora dato un nome a quella giovane sconosciuta che è andata lì a morire.

L’autopsia effettuata ieri mattina non ha rivelato lesioni evidenti, anche se il lavoro del medico legale è stato tutt’altro che facile, dal momento che di lei è rimasto ben poco. Sicuramente si tratta di una donna europea, tra i 20 e i 30 anni, altezza media e capelli castani piuttosto corti.

Secondo l’anatomopatologo, è morta da almeno tre mesi. Ma oltre a escludere traumi violenti, pallottole o coltellate, il resto è buio fitto. Qualche risposta potrà forse arrivare dall’esame di tessuti, Dna, accertamenti tossicologici e istologici, già disposti dal sostituto procuraratore, Paolo Gengarelli.

La polizia ha diffuso anche le immagini degli oggetti e degli abiti trovati accanto a lei, un paio di pantaloncini rossi, scarpe bianche Coq Sportif, un bracciale con la mano di Fatima, un orecchino pendente, un anello con una grossa pietra chiara, una fibbia e un paio di Ray Ban che aveva ancora infilati tra i capelli. Elementi che farebbero escludere agli inquirenti che possa trattarsi di una sbandata. (LE FOTO)

Almeno non nel senso comune del termine. Naturalmente la prima cosa che ha fatto la Squadra mobile è stata quella di vagliare tutte le denunce di scomparsa della provincia, ma fino ad ora non è saltato fuori niente che possa costituire una traccia. La cosa più strana di tutte è che per quanto abbiano cercato, all’interno del piccolo container non sono state rinvenute né borse né valigie. Niente documenti, non un portafoglio, nulla. Come se la giovane donna fosse entrata in quel buco dopo essere rientrata dalla spiaggia.

A meno che qualcuno non abbia volutamente fatto sparire qualsiasi cosa che potesse farla identificare. Gli inquirenti per ora non possono escludere nulla, ma solo identificandola potranno uscire dall’impasse. Per questo hanno deciso di diffondere sulla stampa tutti gli oggetti trovati accanto e sul cadavere, nella speranza che qualcuno possa riconoscerli.