Stupro di Rimini, ecco le belve

I quattro ripresi dalle telecamere di sorveglianza subito dopo la violenza in spiaggia

Rimini, 3 dei 4 stupratori ripresi dalle telecamere dopo la violenza in spiaggia

Rimini, 3 dei 4 stupratori ripresi dalle telecamere dopo la violenza in spiaggia

Rimini, 2 settembre 2017 - I quattro del branco, quelli che hanno stuprato a Rimini otto giorni fa una giovane polacca, pestato a sangue il suo amico e dopo un’ora, violentato una trans, hanno un volto. E anche i nomi sono vicini. Le telecamere di sorveglianza hanno fornito quelle quattro facce. Ieri è trapelato un fotogramma di quelle immagini. Si vedono, di spalle, tre dei quattro componenti del gruppo. Manca all’appello il capo del branco, quello che indossava una canottiera bianca, il più scuro di pelle. Le telecamere mostrano tre giovani, con bermuda, un cappellino in testa, uno con la felpa e il cappuccio. Giovani come tanti, ma i quattro hanno appena stuprato una donna e stanno per commettere un’altra violenza su una trans. Ma il cerchio si stringe intorno alle belve. Questione di giorni se non di ore.   La sudamericana è stata la prima a riconoscerli nelle immagini che la polizia le ha mostrato. «Sono loro le iene che mi hanno violentato», ha detto. Ne ha riconosciuti due su quattro anche il turista polacco. La donna di Legnano, aggredita il 12 agosto col marito, che non li aveva identificati nei fotogrammi, ha invece riconosciuto, da una foto segnaletica uno dei suoi aggressori, un nordafricano. Non il ragazzo di colore che ha cercato di violentarla. «Sono ragazzi sui 19-20 anni, sono nati in Italia», ha detto.

Gli inquirenti quelle immagini le hanno mostrate anche a personaggi che pullulano nelle notti riminesi, kebabbari come pusher, buttafuori e immigrati. Facce conosciute per qualcuno: «È un gruppetto che abbiamo già visto, ma non quella sera». Anche alla trans sono state mostrate foto segnaletiche. Proprio la peruviana è diventata oggetto di un perverso voyeurismo. Molti uomini si sono presentati dalle sue ‘colleghe’ sulla statale a chiedere: «Sei tu la trans violentata?». Cercavano lei, chi per fare sesso, chi per avere qualche dettaglio da raccontare agli amici. 

AGGIORNAMENTO - La confessione di due fratelli minorenni 

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