Violentata dal branco e messa alla gogna, indagati 3 "amici" di Facebook

"Lo stupro? Te lo sei meritata": denunciati tre "amici" della 17enne aggredita in discoteca

La violenza sessuale era avvenuta a marzo a Santarcangelo

La violenza sessuale era avvenuta a marzo a Santarcangelo

Rimini, 24 novembre 2016 - Dopo la violenza, gli insulti su Facebook, il dileggio e la gogna. Un disgustoso copione che si ripete spesso negli ultimi tempi: ragazze prima violentate e poi sbeffeggiate sui social, come se se la fossero andata a cercare. Questa volta però gli autori di quello scempio non la passeranno liscia. La Polizia postale di Rimini ne ha identificati tre, tutti amici di Facebook della vittima, e sono stati denunciati per diffamazione aggravata. Un reato per cui rischiano fino a tre anni di carcere.

Bersaglio degli insulti, la 17enne riminese che nel marzo scorso è stata violentata nel bagno di una discoteca di Santarcangelo mentre era ubriaca e ripresa dalle amiche con WhatsApp. Durante la festa aveva bevuto talmente tanto non da riuscire a rendersi conto di nulla. Non è ancora chiaro se l’abbia fatto di sua iniziativa, né se qualcuno gli abbia messo qualcosa nel bicchiere. Quel che è certo è che la sua volontà era stata annullata, per essere poi trascinata nei bagni da un giovane albanese che lei già conosceva. Lo stupro era avvenuto sotto gli occhi della amiche che erano corse nella toilette quando avevano scoperto cosa stava succedendo. Invece di aiutarla e interrompere la violenza, la prima cosa che era venuta loro in mente era stata quella arrampicarsi nel bagno di fianco per riuscire a riprendere la scena con il telefonino. Immortalando così l’amica mentre come una bambola rotta subiva passivamente quello che le stava accadendo. Della violenza, la memoria della vittima non aveva registrato quasi nulla e lei l’aveva scoperto nel modo peggiore, quando le amiche in questione avevano messo il filmato su WhatsApp. Di lì la denuncia e l’indagine che aveva portato gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, a individuare in un ragazzo albanese l’autore dell’aggressione.

Dopo lo stupro era arrivata anche la gogna sui social. Commenti sprezzanti e crudeli, insulti volgari e peggio, nei confronti della ragazzina umiliata senza pietà dai suoi stessi coetanei. «Dice che è una ragazza seria, ma forse lo stupro se l’è meritato davvero...». «E’ una p....» e questi erano soltanti quelli rimandabili. La giovane, rappresentata dagli avvocati Carlotta Angelini e Piergiorgio Tiraferri, non aveva potuto fare altro che scappare via da Rimini, per andare a rifugiarsi dagli zii in un’altra regione. E’ stata via parecchio tempo, e solo da poco è tornata a vivere in famiglia e sembra abbia ripreso la sua vita, anche se è difficile pensare che possa mai tornare alla mormalità. Nel frattempo però era partita l’inchiesta anche nei confronti dei diffamatori di Facebook, con la Polizia Postale che ha lavorato mesi, cercando di dare un nome e un volto a chi aveva postato quelle nefandezze. Alla fine gli investigatori sono riusciti a identificare i tre più feroci. Che per la vittima sono tutt’altro che degli sconosciuti. Gli investigatori hanno scoperto infatti tutti suoi ‘amici’ di Facebook, due di questi vivono a Santarcangelo, mentre il terzo è di Verucchio. Sono stati denunciati per diffamazione aggravata, e scopriranno presto che il mondo reale non è il web, ma quello dove si paga un prezzo, dove a certe azioni corrispondono conseguenze con cui saranno costretti a fare i conti.