Fallimento Aeradria, chiesto il rinvio a giudizio per ex amministratori

Le accuse vanno da associazione per delinquere a truffa. Diciannove le persone indagate

Il sindaco Andrea Gnassi

Il sindaco Andrea Gnassi

Rimini, 25 novembre 2015 – E’ stata depositata la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati nel fallimento di Aeradria, la società che in passato si è occupata della gestione dell’aeroporto di Rimini. In tutto si tratta di 19 persone.

Tra queste figurano anche l’attuale sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, Nando Fabbri e Stefano Vitali, ex presidenti della Provincia di Rimini, Alberto Ravaioli, ex primo cittadino di Rimini, Manlio Maggioli, presidente della Camera di commercio all’epoca dei fatti, Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera, Massimo Masini, presidente Aeradria, Massimo Vannucci, vice presidente, Alessandro Giorgetti, presidente di Air, società controllata da Aeradria. I capi d’accusa vanno da associazione per delinquere, bancarotta, truffa e abuso d’ufficio.

Il sindaco Gnassi risponde immediatamente: "Vengo avvisato dalla stampa locale del deposito della richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Rimini nei miei confronti e nei confronti di altre 18 persone per la vicenda Aeradria. Personalmente, ad oggi, né io né i miei legali abbiamo ricevuto alcuna comunicazione e pertanto diventa difficile procedere a qualsiasi considerazione nel merito, che farò quando in possesso delle comunicazioni e documentazioni del caso. Non mi sorprende più, invece, la modalità di ‘comunicazione’.

Dunque al buio, mi limito a tre riflessioni generali. a) nulla di nuovo o di sorprendente, ricalcando alla lettera - a quanto mi riferiscono gli organi d’informazione - l’impianto stranoto e strapubblicato della chiusura delle indagini. b) continuo a ritenere quell’impianto accusatorio privo di qualunque elemento a sostenerlo. c) finalmente adesso, dopo due anni e mezzo, si entra nella fase del confronto equilibrato tra le parti davanti a un giudice terzo. Avremo dunque l'occasione, come è stato nei mesi scorsi con lo stop alla richiesta di sequestro da parte della Cassazione, di far valere le nostre ragioni e argomentazioni.