Riccione, sull’atollo restano solo le tartarughe

Naufragato il progetto, si punta alla piattaforma abbandonata

Il sogno era un atollo stile Dubai

Il sogno era un atollo stile Dubai

Riccione, 4 aprile 2015 - Dall'atollo con porti, hotel e spiagge, all’’‘atollo’ delle tartarughe, un paradiso in mare sotto l’occhio vigile degli esperti della Fondazione Cetacea. La ‘casa’ delle tartarughe verrebbe ricavata in una piattaforma in disuso, tra le tante che spuntano dall’acqua a poche miglia dalla costa romagnola. E’ questa l’idea alla quale stanno lavorando Fondazione Cetacea, Regione ed anche il Comune. Non una semplice suggestione, «visto che i contatti tra enti e Fondazione ci sono da tempo – premette il sindaco Renata Tosi –.

D’altro canto Eni, titolare delle piattaforme, ne ha alcune in disuso e pare disponibile a trattare per un recupero visto che l’ipotesi di una dismissione è senz’altro molto più costosa. Sarebbe un’opportunità per la ricerca scientifica svolta dalla Cetacea che già cura l’ospedale delle tartarughe, e per i subacquei che potrebbero visitare questa realtà».

L’idea di farne anche un prodotto turistico sta balenando nei pensieri del sindaco, ma di strada da fare ce n’è ancora tanta. Tuttavia l’esistenza della piattaforma davanti alla costa riccionese e la disponibilità a discutere di un suo riutilizzo a fini scientifici resta un progetto che ha già messo la freccia per sorpassare il grande atollo turistico.

Da anni se ne parla, e la presentazione di uno studio sulla sua fattibilità era dato imminente oltre un anno fa. Invece nulla, buio fitto e nessun commento. Le speranze di vedere nascere un’isola artificiale si riducono mentre le tartarughe cominciano a sperare in una nuova casa.

«Sognare non costa nulla – ci scherza su Sauro Pari, presidente della Cetacea -. Se gli enti sostengono una simile iniziativa perché no, si può valutare. D’altronde per le osservazioni in mare per noi è molto costoso ogni volta uscire in gommone dal porto per il mare aperto. Poter contare su un osservatorio in Adriatico ai fini scientifici sarebbe senza dubbio importante. Stiamo parlando di strutture che andrebbero smontate con costi considerevoli».

Così procede l’idea dell’’atollo’ delle tartarughe che lentamente stanno vincendo la sfida con l’essere umano, il quale pensava di proiettarsi a grandi falcate verso il futuro facendo emergere dall’acqua in pieno Adriatico un’isola artificiale sul modello di Dubai.