Salta il concerto della Gaynor, gli spettatori sequestrano le sedie: "Buffoni... ridateci indietro i soldi"

Rabbia sotto al palco: "Oltre alla bidonata non ci hanno dato i posti assegnati, i maxi schermo non funzionavano, le coriste si sentivano a fatica e per giunta non c’erano neppure le pubbliche toilette"

Rimini, salta il concerto di Gloria Gaynor

Rimini, salta il concerto di Gloria Gaynor

Rimini, 18 agosto 2014 - «SIETE dei buffoni»... «ridateci i soldi indietro».. «vergognatevi». Sono solo alcuni degli slogan scanditi, sabato sera, tra fischi, urla e insulti dalla platea inferocita. Dalle prime volano le sedie. Intervengono i carabinieri che formato un cordone intorno al palco. «Gli organizzatori sono dei gran buffoni - sbotta Sonia Amadori di Savignano _. Avevo comprato il biglietto in prevendita a giugno. Adesso rvioglio i miei 56 euro. Oltre alla bidonata della Gaynor non ci hanno dato i posti assegnati, i maxi schermo non funzionavano, le coriste si sentivano a fatica e per giunta non c’erano neppure le pubbliche toilette».

«E’ uno scandalo, strappiamo i manifesti - sbottano Paolo ed Elena arrivati da Pavia -. Questo concerto c’è costato 63 euro a testa». «Rivoglio i miei soldi a costo di far causa _ tuona Lello Nannucci - ero venuto per la Gaynor e di lei non c’è traccia». La gente non si placa. «Fuori nomi e cognomi dei responsabili», strepita Maria Carli. «Sono dispiaciuto _ incalza Luciano Tirincanti, vicesindaco di Riccione _ speravo proprio di vedere la Gaynor. Sono un appassionato della musica anni Ottanta. Il danno d’immagine riguarda tutta la riviera. I biglietti vanno rimborsati». Dello stesso parere Antonio Scarpato, titolare della ditta di fuochi d’artificio: «E’ stata una grandissima delusione. La città aspettava questo evento da settimane. Per il rimborso dei biglietti bisognerebbe formare un gruppo su Facebook! Peccato davvero, tante persone, forze dell’ordine, volontari...».

Mentre il pubblico si sfoga, a fine serata Fiorenzo Perugini prende coraggio e al microfono dice: «Sto lavorando e non verrò pagato come tutti questi ragazzi che sono qui da ieri e i musicisti che hanno suonato. Inutile insultarci. Abbiamo fatto il possibile per garantire il servizio, ma non sappiano più cosa fare».