Rovigo, bambino morì in ospedale, pediatra rinviato a giudizio

Il legale della famiglia: "Chiediamo solo giustizia"

Il bambino morì il 13 gennaio  del 2016 in ospedale (foto repertorio)

Il bambino morì il 13 gennaio del 2016 in ospedale (foto repertorio)

Rovigo, 23 novembre 2017 - Vincenzo Rametta, 42 anni, pediatra, ieri è stato rinviato a giudizio per «omicidio colposo» dal giudice per l’udienza preliminare Alessandra Martinelli. L’apertura del dibattimento è fissata per il 23 maggio prossimo. I fatti per i quali il medico è a processo sono successi il 13 gennaio del 2016 quando è morto Giovanni Morello, un bambino di sei anni di Anguillara, in provincia di Padova, che era ricoverato all’ospedale di Rovigo.

L’autopsia ha stabilito che il decesso del piccolo è stato causato dallo strozzamento di un’ansa intestinale, dagli effetti paragonabili a quelli di un infarto. A questa conclusione erano giunti i consulenti della procura Raffaele De Caro e Andrea Porzionato, docenti universitari della facoltà di medicina di Padova. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Davide Nalin del tribunale di Rovigo, Rametta nella sua qualità di sanitario del reparto di pediatria dell’azienda sanitaria Ulss 18 (ora diventata Ulss 5 dopo la fusione con la Ulss 19 adriese) per «imperizia» avrebbe omesso di richiedere una consulenza chirurgica generale o specialistica pediatrica, di richiedere ematochimici, strumentali, di includere nella diagnosi differenziale la possibile occlusione intestinale.

Avrebbe anche omesso la prescrizione di una terapia specifica consistente in un intervento chirurgico di «asportazione dell’ansa ileale strangolata e ripristino della canalizzazione ileale». Rametta anche attualmente presta servizio per l’Ulss 5. Cristiano Violato, legale della famiglia di Giovanni Morello, che ad inizio dibattimento chiederà la costituzione di parte civile nel processo, commenta così: «Siamo contenti. La famiglia non è interessata a questioni meramente economiche. In realtà i genitori del bambino vogliono solamente che giustizia sia fatta. Loro vivono questa vicenda con la giusta apprensione. Hanno anche un certo bisogno di liberazione. Con la chiusura del processo terminerà anche un capitolo della loro vita, non ancora concluso. Hanno bisogno di voltare pagina». L’avvocato Violato parla anche del fatto per il quale è imputato il medico Rametta: «Non era una patologia complessa. Anzi. La valutazione di un chirurgo avrebbe permesso di capire il problema e di risolverlo con un intervento molto semplice. Ed è il motivo per il quale si è arrivati a questo epilogo che provoca una grandissima tristezza».