Rovigo, la protesta delle guardie. Sit-in davanti al carcere

Sindacati compatti contro la cronica mancanza di agenti

L’interno del carcere dove il malcontento della Polizia pentenziaria ha raggiunto l'apice

L’interno del carcere dove il malcontento della Polizia pentenziaria ha raggiunto l'apice

Rovigo, 13 dicembre 2017 - Esplode la protesta delle organizzazioni sindacali della Penitenziaria che per martedì prossimo dalle 10,30 alle 12,30 hanno organizzato un sit-in di fronte ai cancelli del nuovo carcere cittadino. Non è una sorpersa, perché era da tempo che il corpo di polizia carcerario andava protestando per le condizioni di lavoro ritenute pesantissime. Troppa la disparità di trattamento rispetto ad altre strutture simili e inutili le richieste inoltrate più e più volte all’Amministrazione carceraria perché vi mettesse una toppa. Dopo le tante parole e le promesse disattese, ora si passa all’azione. Dimostrativa quanto si vuole, ma che potrebbe diventare permanente.

I sindacati infatti assicurano che la protesta sarà portata avanti ad oltranza, finché non ci saranno risposte concrete – leggasi «atti ufficiali» – alle loro richieste. «Chiediamo di avere una pianta organica della nuova casa circondariale – dice Gioacchino Lenaris (Osapp) – che ricomprenda tutti i posti di servizio necessari ad un ottimale funzionamento della struttura in quanto quella stabilita dal decreto ministeriale del 2 ottobre è assolutamente errata ed incomprensibile. Le 63 unità possono gestire mezzo carcere oppure la vecchia casa circondariale di via Verdi ma non il nuovo complesso carcerario che ha una capienza di 213 detenuti». L’altra richiesta è «l’immediata emanazione di una mobilità nazionale straordinaria per il carcere di Rovigo, nella quale vengano trasferite tutte le unità che hanno chiesto di essere assegnate a questa sede, sia con l’interpello nazionale 2016 che con il nuovo interpello nazionale 2017, e che comprenda sia il ruolo degli agenti che degli assistenti, nonché il ruolo dei sovrintendenti».

E ancora, si chiede: «l’assegnazione di nuovi agenti del 172° corso, in considerazione che ancora non hanno raggiunto le sedi» e di «bloccare il progetto di assegnazione dei detenuti da altro istituto del territorio». La disputa con l’amministrazione penitenziaria va avanti praticamente dall’inaugurazione del nuovo carcere, però da allora la Penitenziaria continua a lavorare «senza il rispetto degli accordi contrattuali, con carichi di lavoro gravosi, impossibili da sostenere e senza sicurezza per l’incolumità lavorativa». Sia in agosto che a ottobre erano arrivate rassicurazioni sul fatto che l’organico sarebbe stato incrementato con una quota significativa di nuovi agenti, ma non è successo. Tantopiù se si pensa che altri istituti con una capienza paragonabile a quella di Rovigo, hanno il doppio di personale. Ad esempio, Ivrea ha una capienza di 197 detenuti e una pianta organica di 182 agenti, San Remo ha 209 detenuti e 202 agenti, Pisa 217 detenuti e 221 agenti, Cassino 203 detenuti e 162 agenti, Venezia 163 detenuti e 175 agenti, Cosenza 218 detenuti e 169 agenti. Rovigo con 213 detenuti ha invece 63 agenti. «Il personale è stanco – conclude Gioacchino

Lenaris – e ancor più preoccupato da una voce ‘interna’ che vorrebbe il trasferimento a Rovigo anche di un nuovo e nutrito numero di detenuti provenienti dalla sezione di un altro carcere del Veneto. Con loro verrebbe temporaneamente assegnato anche parte del personale costringendolo a viaggiare tutti i giorni o a trasferirsi. Stress che si aggiunge ad altro stress. Quello stesso stress che ha portato un agente a spararsi, due giorni fa a Tolmezzo».