Ciclista travolto e ucciso da un furgone, il dolore degli amici

Michele Rossin è stato travolto su via Calatafimi. Avrebbe compiuto 50 anni a febbraio

I vigili del fuoco mostrano la bicicletta distrutta nell’impatto

I vigili del fuoco mostrano la bicicletta distrutta nell’impatto

Rovigo, 30 dicembre 2016 - L'uomo investito e ucciso ieri da un furgoncino Ford Transit bianco in via Calatafimi mentre in bicicletta pedalava verso viale dei Mille, è stato identificato. Si chiama Michele Rossin, avrebbe compiuto 50 anni in febbraio. Viveva proprio in viale dei Mille, al numero 259, una palazzina di case popolari a Mardimago. Nell’appartamento, che era stato assegnato alla sua famiglia moltissimi anni fa, ormai abitava da solo. Il padre Luigino era morto nel giugno del 2007. La madre nei primi anni ‘90.

I suoi vicini di casa, i fratelli Maria Luisa e Giancarlo Tosello, gli erano affezionati. «Stava sempre da solo, soprattutto negli ultimi anni – racconta Giancarlo Tosello –. Le sue passioni erano la musica, il ballo, amava andare a pescare».

Ieri mattina attorno alle 11,30 i vigili del fuoco hanno aperto la porta dell’abitazione di Michele Rossin e hanno trovato il cagnolino che viveva con lui. Era morto anche suo fratello, da circa quattro anni. I Tosello hanno informato i vigli che Rossin probabilmente ha dei parenti tra Torino ed Alessandria, forse qualcuno a Concadirame. Ma non li frequentava.

«Ogni mattina – fa sapere Giancarlo Tosello – portava fuori il cane a fare un giretto. Poi partiva in bici per Rovigo, dove andava a mangiare alla mensa dei frati». I Tosello gli volevano bene. «Quando ci hanno informato della tragedia mi sono messa a piangere», racconta Maria Luisa. «Eravamo affezionati, vivevamo vicini da quando hanno costruito il palazzo – ricorda Giancarlo –. Un tempo andavamo anche a ballare insieme, o al mare. Lo consideravo quasi come un fratello».

La polizia, dopo l’incidente, ha sottoposto l’autista, S. B. di Rovigo, all’alcol test. E’ risultato negativo. L’uomo era sobrio ed ha dichiarato che la bicicletta di Rossin non aveva fanali e che lui indossava una giacca scura. L’ha visto all’ultimo momento, ha tentato di schivarlo ma l’ha colpito in pieno. Rossin è stato sbalzato al di là del guard rail ed è finito in acqua, nello scolo Ceresolo, qualche metro sotto il livello della strada. Il pubblico ministero di turno ieri, Davide Nalin, non ha disposto l’autopsia, solamente una consulenza per la dinamica dell’incidente. Il fascicolo è aperto: omicidio colposo il reato ipotizzato.