Rovigo, clochard accampato tra le vetrine. Nel silenzio l’sos della negoziante

Da mesi dorme davanti a un negozio nel cuore del centro storico

Isabella Dal Vecchio davanti alla vetrina del suo negozio, dove dorme il clochard

Isabella Dal Vecchio davanti alla vetrina del suo negozio, dove dorme il clochard

Rovigo, 22 novembre 2017 - Corso del Popolo, cuore del centro storico. Da 5 mesi una commerciante chiede semplicemente una cosa: poter lavorare in sicurezza nel proprio negozio. «Il problema – spiega Isabella Dal Vecchio, titolare dei negozi Denny Rose e Il Peperoncino – è la presenza di una persona senza fissa dimora che, sia di pomeriggio che di notte, sfrutta l’ingresso dell’attività per ripararsi e dormire».

«Abbiamo un piccolo ingresso al negozio, con le vetrine con la merce esposta – dice la titolare –. Sia nel primo pomeriggio, durante la pausa pranzo, che di notte questa persona ci vive dentro». Una situazione per nulla felice e sicuramente sgradevole per tutti. «Qui dentro mangia, lascia i mozziconi di sigaretta e cerca di costruirsi un giaciglio con cartoni o altro materiale simile. E tutto questo accade ogni giorno». Dal Vecchio ha tentato di coinvolgere le forze dell’ordine e il Comune chiamando e il sindaco Massimo Bergamin nella speranza di poter dare un luogo più adatto a trascorrere le notti al senzatetto e di preservare l’immagine della propria attività, senza però ottenere alcun risultato.

«Nei momenti di apertura, cioè al mattino e nelle prime ore del pomeriggio, lui sia ancora qui a riposare, creando notevole difficoltà nella riapertura del negozio e anche al personale. Lo abbiamo invitato ad andarsene e non soggiornare più in questo spazio, che è privato, ma chi gli chiede di andarsene riceve indietro insulti. E in ogni caso ritorna puntualmente». Capita inoltre che il personale resti all’interno del negozio dopo l’orario di chiusura per adempiere a normali attività di gestione e che, uscendo, trovi il passaggio già occupato. A questo punto Dal Vecchio ammette di non saper che cosa fare.

«Tutto ciò è limitante per quanto riguarda l’utilizzo del portico del negozio, creato per l’appunto affinché qualsiasi cittadino possa vedere i prodotti esposti nei momenti di temporanea chiusura o durante una passeggiata nelle prime ore della sera. È una condizione a dir poco incresciosa per l’attività e per il decoro che ognuno cerca di avere e mantenere per il proprio negozio». Ciò che la titolare chiede è che qualcuno si faccia carico del problema e si attivi, oltre che a parole, anche concretamente per arrivare ad una soluzione per tutti. «Esistono numerose realtà di accoglienza e d’aiuto per persone senza tetto e senza fissa dimora. Perché nessuno si impegna per risolvere questa situazione? Chiedo a chi è responsabile di questi casi di intervenire e trovare una soluzione, permettendo a me e al mio personale di tornare a lavorare con la tranquillità e la serenità di sempre. Non vorrei che la situazione si propagasse o diventasse una consuetudine e non vorrei che si creassero i presupposti per l’ennesima chiusura di un’attività nel centro cittadino, già da tempo martoriato da innumerevoli vessazioni e difficoltà nell’andare avanti».