Rovigo, morta dopo iniezione antidolorifica. Il marito non incolpa il medico

Aperta un’inchiesta sul decesso di Marta Bertoldo, 62 anni

Marta Bertoldo, 62 anni residente a Masi, morta venerdì scorso a Lendinara dopo un’iniezione

Marta Bertoldo, 62 anni residente a Masi, morta venerdì scorso a Lendinara dopo un’iniezione

Rovigo, 15 gennaio 2018 - La puntura avrebbe dovuto alleviarle dolori muscolari e artrosi, invece, a soli 62 anni, si è sentita male ed è morta improvvisamente. La vittima è Marta Bertoldo, originaria di Verona ma residente a Masi, in provincia di Padova. Può non esserci alcun nesso causale ma la procura indaga. Il fatto è successo venerdì, a Lendinara. Renato Mainardi, originario di Lendinara ma operativo e residente a Conegliano, in provincia di Treviso, è il medico che ha fatto la puntura. I due erano nell’appartamento disabitato di un conoscente di Mainardi che glielo aveva affidato. Il personale del servizio d’urgenza ed emergenza medico dell’azienda sanitaria polesana, intervenuto sul posto, ha chiamato i carabinieri che hanno messo sotto sequestro l’immobile e hanno informato il pubblico ministero di turno Andrea Girlando, il quale ha disposto l’autopsia sul corpo della donna.

Al momento non ci sono indagati. Il marito di Marta Bertoldo è un generale dei Pontieri in pensione, un ingegnere civile originario di Udine. Ieri pomeriggio era nella sua casa di Masi. "Mia moglie era originaria di Verona e là sarà sepolta, come vuole sua madre — ha raccontato —. Sono estremamente dispiaciuto per quanto sta succedendo. Mainardi è un amico di famiglia, ci rivogliamo a lui da anni. Non capisco perché il medico del Suem abbia voluto chiamare i carabinieri. Loro una volta arrivati non potevano che procedere in questo modo. Ma noi sappiamo già come sono andate le cose". Dolore che si aggiunge al lutto. "Mainardi è un medico bravissimo, persona stimatissima — continua il marito della 62 enne morta —. Stava curando mia moglie con l’ozonoterapia e con la idrocolonterapia. Ma andavamo a Conegliano una volta ogni mese e mezzo. Negli intervalli, se lei aveva dei disturbi e lui era qui a Lendinara, le faceva la puntura. Quando non ha più potuto riceverla nella casa di famiglia un amico gli ha offerto un appartamento disabitato dove lui aveva messo un lettino. Mia moglie ci era andata 3 o 4 volte e stava meglio".

Tre giorni fa, invece, il dramma. "Venerdì non l’ho accompagnata. Dopo la puntura si è messa a tossire, ha detto "mi manca il fiato, mi manca il respiro" ed è morta — racconta il marito —. Il medico ci ha detto che ritiene sia stata un’embolia polmonare. È stato lui a chiamare il 118". Il militare in pensione ha anche raccontato che i dolori alla schiena erano la conseguenza di una caduta domestica di quasi due anni fa, sua moglie si era rotta il coccige. Ma la donna era cardiopatica da quando aveva 30 anni. E due anni fa ha rischiato la vita per una broncopolmonite, una strana infezione le cui cause sarebbero rimaste misteriose. Le cure ricevute dell’ospedale di Schiavonia però l’avevano salvata.