Due donne massacrate nel Delta, si fa largo l’ipotesi del serial killer

Le gambe staccate dal busto e ora i resti nel furgone. C’è un legame?

Rosolina, il furgone ripescato dal Po

Rosolina, il furgone ripescato dal Po

Rosolina Mare (Rovigo), 17 aprile 2015 - Dietro ai resti di ossa umane che sono stati trovati alcuni giorni fa in un furgone nel canale del Po di Levante, a Rosolina, potrebbe celarsi l’ombra di un killer. Un assassino potrebbe infatti essersi sbarazzato del cadavere della sua vittima facendolo a pezzi per poi gettarlo nelle acque del Po. Ad avvallare questa tesi il ritrovamento, sempre all’interno del furgone, risultato rubato nel 2012, anche di alcuni indumenti femminili. Sono emersi, un maglioncino lupetto, presumibilmente scuro ed una camicia strappata il cui colore è difficile da stabilire dopo la lunga permanenza nel fango. I resti, rinvenuti nel vano motore del mezzo, sono tutt’ora al vaglio dei medici legali dell’ospedale di Adria che cercheranno di capire, attraverso l’esame del dna, se quei frammenti appartengano ad un uomo o ad una donna. Esame che richiederà diversi giorni visto le cattive condizioni dei brandelli dovute alla lunga permanenza in acqua.

La Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti e sta indagando per cercare di trovare una soluzione tra la ridda di ipotesi. Sono state intanto sospese ieri le ricerche dei vigili del fuoco e dei sommozzatori che da giorni stavano scandagliando il canale alla ricerca di altre parti del cadavere. Sul mistero del ritrovamento sta indagando anche la trasmissione di Rai Tre ‘Chi la visto?’, arrivata l’altro giorno a Loreo per cercare di far luce sulla vicenda. In particolare, durante il servizio andato in onda l’altra sera, è stato lanciato un appello a coloro che potrebbero aver notato aggirarsi il furgone bianco (rubato ad un artigiano di Rosolina nel 2012) vicino al fiume. Riuscire infatti a risalire a chi era alla guida del mezzo è di fondamentale importanza per dare una svolta a quello che appare essere un giallo di difficile soluzione.

Un vero e proprio rompicapo per gli 007 dell’Arma. Se infatti gli abiti ritrovati appartengono verosimilmente ad una donna, non è invece certo che il pezzo di cadavere rinvenuto nel vano motore corrisponda con certezza a quello di un uomo. Non è stato possibile accertarlo per la mancanza della parte posteriore del bacino. Un’altra ipotesi che complica ulteriormente le indagini, è poi quella che i resti si siano incagliati solo successivamente nel mezzo, trasportati dalla corrente. Secondo un primo esame esterno infatti, sembrerebbe che il furgone si trovasse in acqua da un tempo decisamente superiore rispetto invece a quello delle ossa.

Si era fatta strada un’altra macabra ipotesi. Ossia che il paio di gambe di giovane donna (risultate appartenere, secondo l’esame del dna, ad una ragazza, 25 anni, europea), ritrovate a distanza di pochi mesi una dall’altra nelle acque del Delta, potessero essere compatibili con il ritrovamento di lunedì scorso. Gli arti risulterebbero essere stati staccati con un grosso coltello. Ma anche in questo caso non collimano i tempi della decomposizione. Allora le vittime potrebbero essere due, finite entrambe sotto la lama dello stesso assassino. Uno scenario inquietante che lascia spazio ad un’ombra, quella di un serial killer.