Julik Zanellato (foto Donzelli)
Rovigo, 24 gennaio 2017 - Alle 23,30 di ieri sera nella sede di galleria Ballotta il segretario provinciale del Partito Democratico, Julik Zanellato, è stato sfiduciato dall’assemblea. Dopo qualche ora di discussione incentrata quasi esclusivamente sul regolamento e sulle sue interpretazioni, alla fine la mozione è stata votata, i presenti all’appello erano 42. Che fosse o meno il numero legale corretto sarà probabilmente oggetto di ricorsi, impugnazioni, sicuramente di proteste come d’abitudine nel Pd di Rovigo.
Oggetto di contestazioni sono state delle dimissioni consegnate non di persona, via fax, recepite poco prima del voto finale allo scopo di abbassare il numero complessivo dei componenti l’assemblea e quindi anche il quorum per la validità del voto. Polemiche sono già scattate anche sulla modalità con la quale è avvenuta la sfiducia. Sta di fatto che Julik Zanellato si è chiuso nella propria stanza con pochi fedelissimi mentre nella sala grande si concludevano i lavori. Il tessitore della rete anti Julik è stato Angelo Zanellato di Porto Tolle, il cui nome di battaglia è ‘Il tigrotto del Delta’.
Julik Zanellato la settimana scorsa aveva proposto di andare al voto assieme al congresso regionale, il 19 marzo. Questa però è una decisione che dovrà prendere l’assemblea provinciale o un organismo superiore. Gli scenari possono essere molti, al momento la reggenza dovrebbe passare al presidente, l’avvocato Franco Modena. Ma già si parla di un traghettatore da scegliere tra chi Zanellato l’ha sfiduciato. La scadenza naturale dell’assemblea è a settembre 2017, era il 6 settembre del 2014 quando Julik Zanellato si è affermato in un congresso che si preannunciava combattutissimo, ma che di fatto non si è svolto perché la lista avversaria a sostegno di Filippo Silvestri consegnò gli incartamenti in ritardo di tre minuti.