Voucher, Donazzan: "Vanno bene per portapizze e stagionali"

L’assessore regionale al Lavoro: “C’è un uso improprio”

Veneto, l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan (Imagoeconomica)

Veneto, l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan (Imagoeconomica)

Rovigo, 29 dicembre 2016 - «Che c’è un’anomalia sull’utilizzo dei voucher lo dico da tempo. Sono intervenuta a più riprese. Il Jobs Act ne ha cambiato la natura, ho voluto monitorare la situazione da subito e dopo due anni emergono dati significativi e preoccupanti». Il boom dell’utilizzo dei ‘buoni lavoro’, i voucher, e in generale gli indicatori negativi sull’occupazione in Veneto e nel Polesine non sorprendono l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan.

Troppi voucher?

«In Veneto nel 2014 erano 7 milioni 732mila. Nel 2015, 12 milioni e 143mila. Nel 2016, dati di ottobre, 15 milioni 434mila. Direi che si può parlare di esplosione».

Sui voucher ha ragione la Cgil che vuole il referendum per abolirli?

«No. Sui voucher ha ragione la Regione Veneto che lo ha detto per prima, la Cgil ha detto no ideologico. Io non sono contro i voucher in generale. Per i lavoratori stagionali, per gli studenti che portano due pizze, per i lavori domestici vanno bene. È l’uso improprio il problema. Vorrei proprio sapere quanti voucher sono stati usati da chi dà ripetizioni in casa».

La Cgil rivuole l’articolo 18 contro i licenziamenti facili. È d’accordo?

«No. Per me è ininfluente. Mi pongo un altro problema. Che tipo di lavoro vogliamo? Ma soprattutto non si può creare lavoro se non si crea economia».

Come si crea economia?

«Bisogna aiutare le imprese, cosa che non stiamo facendo a livello nazionale. L’unico obiettivo non può essere la diminuzione del costo del lavoro».

Gli industriali la chiedono però, sbagliano?

«È una parte poco influente di tutto quello che le aziende pagano di tasse. Oggi buona parte del costo del lavoro è previdenza e tasse. Io sono per spostare un terzo dei costi nella busta paga dei lavoratori. Per l’azienda è uguale, il lavoratore è più motivato e si dà ossigeno ai consumi. E poi va incentivata la previdenza complementare. Soprattutto, vanno ridotte le tasse alle imprese. Cosa che non può fare la Regione».

In Polesine le assunzioni sono in calo, cosa ne pensa?

«L’ho detto subito, due anni fa, che i contratti a tempo indeterminato del Jobs Act sarebbero stati legati agli incentivi. Finiti quelli sono crollati. Mi dicevano che la mia era una posizione contro il governo a priori. Il tempo invece mi ha dato ragione. Ho visto che anche a Rovigo stanno diminuendo, con buona pace dei toni trionfalistici del 2015».

Il ministro Martina si è detto disponibile a ragionare sull’abolizione dei voucher in edilizia, è d’accordo?

«Il settore nostro che va riqualificato completamente. Serve trasparenza anche negli appalti e nei subappalti. E niente voucher».