Video hard diffusi tra minori: fenomeno in pericolosa crescita

Filmini porno e orge che girano su smartphone e tablet dei giovani

I video hanno come protagoniste ragazze minorenni

I video hanno come protagoniste ragazze minorenni

Rovigo, 14 luglio 2015 - Sicuramente non se parla abbastanza ma il fenomeno che ormai si sta manifestando tra i giovani polesani, in particolar modo nell’ultimo periodo, lascia alquanto perplessi. Si pensa infatti che certi episodi di malcostume si verifichino solo nelle grandi città. E invece tutto ciò è presente pure nella nostra provincia. E sempre più spesso si registrano nuovi casi, purtroppo.

Ultimamente sono cominciati a girare sugli smartphone di un po’tutti i teenager alcuni video di carattere pedo-pornografico ritraenti alcune ragazze minorenni polesane di un’età compresa tra i 14 e i 17 anni.

La cosa che lascia ancora più sgomenti è che quando i genitori di queste vittime scoprono questi fatti riguardanti le loro figlie, per non sollevare scandali, preferiscono non rivolgersi ai carabinieri o alla polizia e di fatto questo atteggiamento non aiuta l’arrestarsi del fenomeno.

Una “moda” pericolosa, quella dei video hard diffusi anche attraverso il cellulare. Una «moda» diffuso di quanto si immaginasseNel gergo viene definito “sexting”, termine che deriva dall’unione delle parole inglesi “sex” (sesso) e “texting” (inviare via sms). Il “sesso inviato via sms” riguarda in primo luogo WhatsApp, il canale privilegiato dai giovani per la diffusione di materiale erotico, che va dai video porno ai cosiddetti sex selfie, gli autoscatti dove i soggetti si mostrano in pose spinte o semplicemente senza veli.

Filmini porno, orge, video spinti, che girano su smartphone e tablet di giovani che vedono protagonisti minorenni che, stando a quanto raccontato da coloro che hanno potuto visualizzarli, sono assolutamente consapevoli di essere ripresi.

Forse non tutti però sanno che la diffusione di video hard fra minori, costituisce un reato, anche il solo fatto di non cancellare un video o un’immagine ricevuta sul proprio telefono via WhatsApp. Un caso che fece scalpore si verificò su Facebook nel novembre dell’anno scorso, quando fu postata (e in seguito rimossa) la foto di un ragazzo polesano completamente nudo, vittima di una sorta di rappresaglia da parte della sua ex ragazza.

Quindi appare evidente che pure i social network se non usati in modo corretto, possono diventare un’arma di ricatto o diffamatoria.

Oltre a ciò, bisogna segnalare l’espandersi del giro di stupefacenti nel rodigino che coinvolge ragazzi sempre più giovani. In merito c’è da sottolineare un fatto. Fino a non molto tempo fa gran parte dello spaccio di droga avveniva proprio nel capoluogo polesano in punti ben noti un po’ a tutti come piazza XX Settembre, piazza Matteotti, stazione ferroviaria, Commenda est.

Ma in seguito all’aumento della sorveglianza notturna di queste “punti caldi” da parte delle forze dell’ordine, la compravendita di droga sembra essersi spostata nell’ hinterland rodigino, in cui la morsa di polizia e carabinieri può essere meglio aggirata.

Basta provare a fare un giro in auto a mezzanotte il sabato sera nei paesi immediatamente fuori Rovigo per scorgere interi capannelli di adolescenti intenti in attività alquanto sospette.