MARINA VERDENELLI
Cronaca

Abusivismo, grottaroli a processo. Contestata anche la Tari evasa

Nel mirino le cavità sotto Pietralacroce, sulle spiagge della Scalaccia e della Vedova coinvolte in un’indagine della guardia di finanza che contesta l’occupazione illecita dello spazio demaniale .

Un altro processo per i grottaroli, stavolta nel mirino sonoi quelli delle spiagge sotto Pietralacroce che finiranno davanti a un giudice

Un altro processo per i grottaroli, stavolta nel mirino sonoi quelli delle spiagge sotto Pietralacroce che finiranno davanti a un giudice

Le grotte, gioie e dolori. Sono finiti a processo i proprietari di 37 cavità, situate sotto il versante di Pietralacroce, precisamente sulle spiagge della Scalaccia e della Vedova, coinvolti in una inchiesta della guardia di finanza che due anni fa aveva fatto accertamenti contestando l’occupazione abusiva dello spazio demaniale marittimo. In sostanza una violazione del codice della navigazione. Chiusa l’indagine per i grottaroli era stato chiesto un decreto penale di condanna, di 3.375 euro ciascuno, ma c’è stata opposizione e ora sono a dibattimento davanti alla giudice Antonella Passalacqua che ieri ha riunito due fascicoli rinviando all’udienza del prossimo 14 luglio per iniziare a sentire i primi testimoni. Una questione da sempre spinosa quella delle grotte e oggetto anche di interrogazioni in consiglio comunale. La posizione di queste nuove grotte, ritenute al limite della legge, era esplosa a febbraio del 2023. Sotto il mirino dei militari erano finite le piattaforme antistanti alle grotte e gli scivoli a mare, tutti quei passaggi che permettono a bagnanti e imbarcazioni di arrivare in acqua. Nel dettaglio basamenti in cemento, pali e traverse di legno ancorate al suolo e non di proprietà dei grottaroli per agevolare l’accesso in mare dei bagnanti e di piccole imbarcazioni. Tutto abusivo stando ai finanzieri che per quattro mesi avevano convocato i grottaroli al comando di via lungomare Vanvitelli per le identificazioni e le elezioni di domicilio, l’anticamera di un avviso di garanzia. I 37 imputati sono difesi dall’avvocato Marco Pacchiarotti. Oltre all’aspetto penale c’era anche un aspetto amministrativo per le grotte perché la guardia di finanza contestava anche i mancati pagamenti di Imu e Tari, almeno degli ultimi cinque anni a partire dal 2023, visto che la normativa non consente di andare ulteriormente a ritroso. Per questo aspetto ognuno si era poi informato, tramite l’Agenzia delle Entrare, come regolarizzare i pagamenti mancanti. Non è la prima volta che le grotte finiscono nelle aule di tribunale. Sempre sul versante Pietralacroce c’erano state altre dieci grotte finite nei controlli di Capitaneria di porto e guardia di finanza, nel 2022, per la superficie antistante fatta di terrazze in calcestruzzo e scivoli di cemento e ferro. Era contestata la stessa norma del codice della navigazione, l’occupazione abusiva dello spazio demaniale, e la violazione di una norma paesaggistica (opere eseguite in assenza di autorizzazioni o in difformità di essa). Sono stati tutti assolti con formula piena perché il fatto non sussiste e per non aver commesso il fatto.