
Accampati in ospedale Occupare i corridoi non è considerato reato Assolti tredici clochard
di Marina Verdenelli
Faceva freddo e l’ospedale di Torrette era spesso preso come un riparo sicuro e al caldo per tanti senzatetto della città. Nelle ore notturne gli invisibili si infilavano nei bagni, negli androni dei piani meno frequentati, nei sottoscala, sotto il porticato, dove capitava pur di non rimanere al freddo e al gelo della strada. Una situazione al limite che aveva portato la polizia a fare controlli, con blitz serali, per riportare ordine e affidare a strutture preposte alloggi più consoni e dignitosi per chi una casa non l’aveva.
Proprio durante questi controlli, anche per tutelare la sicurezza dei malati ricoverati e del personale al lavoro, erano stati trovati un gruppo di senza fissa dimora, per lo più di nazionalità romena, ma anche italiani di varie regioni d’Italia. Persino una famiglia, madre, padre e figlia, viveva in ospedale da almeno tre anni. Gli "abusivi" erano stati tutti identificati e denunciati per invasione di edificio. Occupare però un corridoio, una stanza di ospedale, un davanzale con dei cartoni e delle coperte, non è reato per il tribunale di Ancona che ieri ha assolto 13 senzatetto perché "il fatto non sussiste".
A fare sentenza è stato il giudice Pietro Renna. Le motivazioni usciranno tra 90 giorni ma già la piena formula assolutoria nega il presupposto dell’accusa. Ripararsi dentro una struttura pubblica, che dà assistenza a persone malate, non può rappresentare un reato. Potrebbe aver inciso lo stato di necessità. Per tre posizioni, che riguardavano tre imputati che avevano un foglio di via obbligatorio dalla città ma sono stati trovati ancora ad Ancona, il reato si è prescritto. Il blitz che aveva portato alla retata di senzatetto risale al 10 gennaio del 2015.
Stando alle accuse i poliziotti avevano trovato accampamenti di fortuna nel porticato esterno dell’ingresso principale, giacigli erano stati ricavati in più piani dell’ospedale, anche nei bagni. La segnalazione in questura era stata fatta dalla direzione sanitaria di allora, fin dal 2013, con una denuncia anche nel 2014 perché la situazione era diventata insostenibile.
Quella notte, erano le 22, i poliziotti delle volanti avevano fatto un servizio a Torrette, perlustrando prima l’area esterna, dove era tutto a posto, e poi entrando nell’ospedale. All’interno erano emerse le criticità. Al quinto piano, dove si trovata la Neurochirurgia, c’erano diversi cittadini romeni che avevano scelto il piano per dormire al caldo. Si erano accampati in uno spazio dell’atrio. La polizia li aveva svegliati per controllare loro i documenti. Altri clochard erano in altri piani, sdraiati sui davanzali delle finestre perché abbastanza larghi e lunghi per fungere quasi da letto.
Stracci e cartoni facevano loro da materassi. Quella sera ne furono identificate otto di persone senza fissa dimora. Altri erano emersi in un altro controllo. Gli imputati assolti hanno tra i 33 e i 74 anni. Sono romeni e italiani di Roma, Riccione, Napoli e anche un marchigiano di San Benedetto del Tronto. Quattro sono donne.