Ancora una sconfitta per l’Ancona, la quarta nelle ultime cinque partite, con i dorici ancora condannati da un episodio stavolta assolutamente evitabile. Il derby contro la Civitanovese aveva tutti i presupposti per permettere ai dorici di tornare al successo, invece è stata la formazione di Alfonsi a uscire dal Del Conero con tre punti. Risultato che sta strettissimo all’Ancona per quanto visto nell’arco del match, ma che ha finito per premiare l’unica squadra in grado di segnare. Se, infatti, nel corso del primo tempo, le opportunità per passare in vantaggio sono state equamente suddivise da una parte e dall’altra, Buonavoglia e Brunet lato Civitanovese, Pecci e Belcastro lato anconetano, nella ripresa, complici anche le sostituzioni effettuate da Gadda, s’è giocato a una porta sola e i biancorossi hanno collezionato numerose occasioni, alcune anche clamorose, mancate per un soffio: Gulinatti, Marino, Martiniello, il tiro-cross di Boccardi che ha attraversato beffardo l’area piccola a pochi centimetri dalla linea di porta, poi quello di Azurunwa dall’altra parte, tante opportunità che hanno evidenziato nuovamente la mancanza di un attaccante di peso specifico, con Martiniello apparso l’ombra del bomber ammirato in altre circostanze, Belcastro ancora in difficoltà in un ruolo che non è il suo, Sambou incapace di mettere a terra le sue qualità, Amadori pronto a lottare sotto porta ma solo negli ultimi dieci minuti.
A coronamento di tutto questo, a due minuti dalla fine dei 90’ la papera di Laukzemis in uscita che ha consegnato a Bevilacqua il più facile dei palloni da depositare in rete. Una sconfitta beffarda e incredibile, maturata chiaramente a causa di un errore individuale, e che invita ad alcune riflessioni. La prima è quella che non si può gettare la croce solo sulle spalle del giovane Laukzemis che ha commesso un errore costato carissimo. Al lituano, lungamente inseguito la scorsa estate, va data fiducia, altrimenti l’Ancona rischia di bruciarlo.
Quanto al resto, sembra evidente che la squadra stia attraversando un periodo di involuzione, forse a causa della condizione non ottimale di certi giocatori. A Gadda ora il compito di individuare chi sta meglio e, al di là delle gerarchie, di scegliere un undici capace di trasformare in punti utili alla classifica la mole di gioco prodotta, sfruttando i migliori interpreti del momento, come sabato si sono dimostrati i vari Pecci, Alluci, Gulinatti e Azurunwa.
Giuseppe Poli