"Ancora troppi stereotipi se comandano le donne"

"Ancora troppi stereotipi  se comandano le donne"

"Ancora troppi stereotipi se comandano le donne"

Gabriela Damico, due donne in cucina nel 2023 devono lottare ancora coi pregiudizi?

"Sembra strano a dirsi ma è così. Finchè una donna si occupa degli antipasti o dei dolci con uno chef uomo che coordina e decide tutto, va bene. Ma quando quel ruolo viene affidato a una donna inizi a scontrarti con degli stereotipi. Nonostante questo noi stiamo dimostrando che essere donne e chef è possibile. Per noi è una missione quella di soddisfare i palati partendo dal territorio".

Da che esperienze viene?

"Mi sono diplomata all’istituto alberghiero Panzini di Senigallia, ma sin da piccola sentivo nel sangue la passione per la cucina. Ho iniziato i miei primi passi come stagista da Lucio Pompili ad Eataly Roma fino ad arrivare in America all’Hyatt Regency di Houston. Il mio sogno era lavorare da Viviana Varese a Milano e ci sono rimasta due anni. Poi, conosciuta Angela siamo state in costa Amalfitana fino a che ci hanno chiamato come chef’s creator al Molo".

Un pregio e un difetto di Angela?

"Il difetto è che non le importa delle regole del ‘Si è fatto sempre così’. Il pregio è il gusto abbinato all’estetica e lei fa sembrare le preparazioni più difficili molto semplici".

Il suo sogno?

"Aprire con lei un ristorante tutto nostro, magari anche nelle Marche. Questa è una bellissima regione, la mia, dove mi piacerebbe restare portando avanti la mia passione".

Un piatto nato qui?

"E’ il cannellone di mare, lo abbiamo chiamato ‘cannellone in riva al Conero’, omaggio a tutte le sfogline come lo era anche mia nonna".