"Balneari, mora per l’Italia ora inaccettabile"

L’assessore Castelli commenta la decisione dell’Ue sulla legge Bolkestein. Paolillo: "In riviera concessioni già rinnovate fino al 2033"

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"In un momento così grave, l’Unione Europea è riuscita a trovare il tempo di mettere in mora l’Italia rispetto ad una questione delicata come quella della applicazione della direttiva Bolkestein".

L’ha detto l’assessore regionale al Bilancio e al Demanio Guido Castelli, intervenuto alla riunione della Commissione Demanio marittimo presso la Conferenza delle Regioni. All’ordine del giorno la procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea appunto nei confronti del governo che, lo scorso anno, con la legge di bilancio 2019, aveva prorogato per 15 anni le concessioni balneari, sospendendo gli effetti della direttiva Bolkestein che dal primo gennaio 2021 avrebbe dato la possibilità a tutti gli operatori dei Paesi europei di partecipare ai bandi pubblici per la loro assegnazione.

"Ci saremmo aspettati una maggiore attenzione e concentrazione su altre questioni, come la giusta distribuzione dei vaccini, per esempio. È piuttosto grave inoltre che ancora il Governo nazionale non abbia interpellato le Regioni su questo tema e non dia chiarimenti in merito, visto che entro l’11 febbraio lo Stato dovrà presentare le controdeduzioni".

La parola al presidente dell’associazione bagnini della Riviera del Conero, gestore dello stabilimento Taunus di Numana, Luca Paolillo: "A Numana e Sirolo abbiamo tutti le concessioni fino al 2033. La maggior parte dei Comuni si era fatta forte della decisione e le aveva rinnovate. Presumo che a livello nazionale il 70 per cento abbia le concessioni fino a quella data e prima che ce le vengano a togliere ce ne passa. Sicuramente non ci piace che venga ritirato fuori tutto questo discorso. A mia memoria i nostri responsabili regionali si sono visti tante volte ai tavoli per la questione. Dovremmo stare un po’ più tranquilli adesso che abbiamo un pezzo di carta, poi vedremo, se necessario porteremo avanti un’altra battaglia come abbiamo già fatto".

Altro tema di dibattito l’aumento dei canoni demaniali minimi (il costo unitario del canone minimo passa da 360 a duemila e 500 euro anche per la manifestazione di una sera). Castelli ha continuato: "Nel corso del mio intervento in Commissione, nel rinnovare la massima collaborazione della Regione Marche con le altre a fianco dei concessionari e degli operatori balneari, ho anche chiesto alla Conferenza delle Regioni di aprire una vertenza nei confronti dello Stato affinché i canoni minimi siano riportati a 360 euro. Ci è stato anche comunicato che martedì il presidente del Consiglio Conte incontrerà i rappresentanti nazionali delle associazioni di categoria e di settore".

Silvia Santini