Buonsenso sì, ma non chiudete di nuovo tutto

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Erik

Bagnarelli*

L’aumento dei casi di Covid è qualcosa che va tenuto sotto controllo, ma non penso che la soluzione sia tornare a ridurre il numero di persone che possono assistere a un concerto o a uno spettacolo. Le restrizioni non risolvono il problema. Ovviamente dobbiamo tutti avere la testa sulle spalle, e usare il buon senso. Il Covid c’è, non possiamo negarlo. Dobbiamo conviverci. Ma questo non vuol dire che bisogna richiudere tutto per l’ennesima volta. Anche perché, per fortuna, l’attuale variante del virus non ha gli stessi effetti di quelle precedenti. C’è poi da considerare il fatto che nei mesi scorsi il mondo della musica dal vivo è rimasto fermo, o quasi. Non è per fare vittimismo, ma noi organizzatori di concerti siamo rimasti fermi, mentre altri settori, anche più ‘esposti’ del nostro, sono andati avanti. Ci sono state, e ci sono, tante occasioni di assembramento, dalle spiagge ai supermercati. Nella vita quotidiana si presentano tante di queste occasioni. Per questo dico che ci vuole il buon senso quando si prendono certe decisioni. Perché devono essere considerate più a rischio situazioni come un concerto all’aperto? Male che vada torneremo a usare le mascherine, ma non si può lasciare un intero settore allo sbaraglio. Giugno è stato un mese record per la musica dal vivo, ma molti hanno lavorato con difficoltà, perché mancavano le maestranze. Durante il periodo di chiusura, infatti, e anche quando la capienza era ridotta, c’è gente che ha cambiato mestiere. Già parte del pubblico è restio a tornare a vedere concerti e spettacoli dal vivo, c’è anche un po’ di terrore. Non peggioriamo la situazione.

*Organizzatore eventi