Casa degli orrori, ma è davvero volontariato?

L'articolo denuncia il caso della "casa degli orrori" di Jesi, dove presunti volontari sfruttavano donne malate psichiatriche percependo denaro senza controllo. Si solleva la necessità di indagare su simili situazioni per proteggere le persone vulnerabili e preservare l'etica del volontariato.

Casa degli orrori, ma è davvero volontariato?

Casa degli orrori, ma è davvero volontariato?

Caro Carlino, il fatto della "casa degli orrori" di Jesi non ci può non far riflettere. Le due persone arrestate vengono chiamate volontari, ma impropriamente perché percepivano dalle donne malate psichiatriche o meglio dai loro amministratori di sostegno un mensile piuttosto corposo. Un mensile che sarebbe pari a 800 euro ciascuna, cifra versata dai loro amministratori di sostegno. Possibile che nessuno abbia controllato soprattutto alla luce del fatto che l’uomo 86enne, risulta aver già avuto problemi della stessa natura in altre strutture e anche pregiudicato? E’ ragionevole pensare che la casa degli orrori di Jesi non possa essere l’unica sul territorio? Non è forse il caso di indagare su questo "volontariato" che percepisce denaro da persone psichiatriche senza alcun tipo di controllo? Questo è impropriamente chiamato volontariato, questo rischia di danneggiare anche tutto quel mondo che sul volontariato quello vero si basa. Dobbiamo aspettarci allora a partire da questa indagine venga atta chiarezza non solo su questo caso ma su tutti quelli in cui ci sono persone fragili e non in grado di badare a se stesse gestite da presunti volontari 80enni che hanno anche avuto a che fare con la legge. Altrimenti tutta questa vicenda e la sofferenza di queste donne sarebbero state completamente inutili.

Lettera firmata