Ancona, 4 settembre 2024 – La sua casa è terremotata e il Comune ora lo manderà via dalla struttura che gli ha dato accoglienza e pasti perché sarebbero finiti i fondi che la Regione ha messo a disposizione per il sisma. Così un padre di tre figli, una disabile che ha meno di dieci anni, non sa come fare per risolvere una situazione che non sembra avere scappatoie.
“Se ho ancora un tetto è grazie al direttore della Zaffiro che non mi ha messo alla porta perché avrei dovuto lasciare la stanza, che mi era stata messa disposizione, già a giugno – racconta Danilo, 50 anni, di cui omettiamo il cognome per tutelare la figlia minorenne – dopo che il Comune mi ha comunicato che non potevano più darmi ospitalità”.
I problemi per Danilo, che va avanti con una pensione di invalidità dopo un infortunio avuto sul lavoro, sono iniziati il 9 novembre del 2022 quando c’è stato il terremoto che ha creato diversi danni ad Ancona. “Abitavo in via Maggini – continua il 50enne – all’ultimo piano, un appartamento di proprietà in una palazzina che è stata danneggiata dalle scosse. E’ caduto il controsoffitto, ci sono state diverse crepe, non è agibile. Dopo le scosse c’è stato un sopralluogo dei vigili del fuoco che hanno certificato l’immediata non fruibilità di tutto lo stabile e ci hanno sfollati. Casa mia ha avuto i danni maggiori”.
Nella relazione dei vigili del fuoco, fatta dopo un sopralluogo avvenuto il 9 novembre stesso, per la verifica statica di tutto l’edificio condominiale composto da tre piani e una decina di inquilini, sono state riscontrate “lievi fessure di entità irrilevante ai piani bassi e un quadro fessurativo importante e preoccupante soprattutto all’ultimo piano tanto da prescrivere l’immediata evacuazione di tutto l’intero edificio”.
Danilo, che ha i figli a carico a settimane alterne con la ex moglie da cui è separato, è stato mandato per i primi giorni dopo il sisma al Palarossini lungo la Cameranense. “Siamo stati dieci giorni lì – dice il 50enne – sulle brandine, poi ci è stata data una pensione ma da lì siamo dovuti andare via perché era frequentata da prostitute e mia figlia piccola sentiva tutti gli imbarazzanti rumori, dovevo dirle che erano persone che stavano male. Tramite i servizi sociali siamo arrivati alla residenza per anziani ai Cappuccini, del gruppo Zaffiro. Una stanza di tre metri per quattro senza cucina tanto che i pasti ci sono stati dati con un servizio mensa, lo stesso della residenza. Io non posso cucinare nulla, nemmeno un caffè in autonomia che si attiva l’impianto antincendio. Ho cresciuto mia figlia, la piccola, così per due anni, nelle settimane che sta con me. Le altre due figlie studiano fuori e hanno degli appoggi per fortuna. Ora il Comune mi ha informato che non potrò avere più i pasti da questa settimana. Come devo fare? Non ho una pensione che mi permette di prendere cibo pronto tutti i giorni, la mia abitazione non si sa quando e se si potrà aggiustare ma intanto ci pago il mutuo. Il Comune mi dice che non può fare nulla perché la Regione ha tagliato i fondi per il sisma. Per sistemare casa mia ci vogliono 50mila euro, nessuno sa dirmi se ci sono dei fondi per le case danneggiate. E’ venuta la protezione civile a fare un sopralluogo per stimare i danni e fare delle schede, poi non ho più saputo nulla”.