Cattivi odori, scatta la protesta dei residenti

Polverigi, nel mirino finisce l’impianto biogas: "In alcuni giorni non si riesce a respirare". La copertura delle vasche al centro di un contenzioso

Cattivi odori, scatta la protesta dei residenti

Cattivi odori, scatta la protesta dei residenti

Sono tornati a protestare i cittadini, inoltrando diverse segnalazioni alle autorità competenti sugli odori provenienti dalla centrale biogas di Polverigi.

"Sono insopportabili", dicono. Il problema è annoso, certo, ma a volte l’odore è più forte che in altri momenti esasperando quei cittadini. Stavolta hanno scritto all’Autorità di controllo ambientale ma non sono stati soddisfatti della risposta pervenuta.

"Nonostante le nostre continue lamentele e la situazione che da anni ci rende la vita impossibile ogni giorno, le autorità si sono nuovamente accontentate della solita scusa – dice uno di quei residenti -. Sostengono che le forti emissioni odorigene sono dovute alla pulizia dei residui della vasca principale di stoccaggio e che le operazioni dovrebbero terminare entro 24-36 ore. Siamo stufi di sentire queste giustificazioni superficiali. Da anni viviamo chiusi in casa, incapaci di respirare aria pulita e ora ci dicono che tutto dovrebbe risolversi in poco più di un giorno? Le autorità competenti in materia ambientale dovrebbero effettuare controlli rigorosi e continuativi sulla qualità dell’aria, delle acque e del terreno. La nostra salute e il nostro benessere sono in gioco e non possiamo più tollerare questa negligenza. Dobbiamo tutti alzare la voce e pretendere che le autorità facciano il loro dovere per garantire un ambiente sano e vivibile per tutti noi. Invito ad unirvi nella richiesta di azioni concrete e tempestive".

Lo scrive quel residente cercando di avere la complicità di altri polverigiani. La situazione generale è complessa: il Comune avrebbe fatto ciò che era in proprio potere nel rispetto delle normative, tra cui la modifica del prg per consentire un intervento di copertura delle vasche di stoccaggio della biomassa e un’ordinanza che richiedeva la modifica del funzionamento dell’impianto a circuito chiuso, a seguito di un verbale Asur, che è stata però impugnata dalla ditta che ha vinto il ricorso. L’intervento dell’Arpam è stato chiesto più volte e la stessa avrebbe suggerito "solo" la copertura delle vasche. L’amministrazione comunale da ultimo ha aperto un confronto con la nuova gestione non potendo emettere un’ordinanza di chiusura dell’impianto senza un provvedimento giudiziario alla base (il rischio sarebbe la richiesta di risarcimento da parte della ditta che potrebbe mettere in serie difficoltà il Comune stesso).

Silvia Santini