Coppia in lite per il vaccino al figlio: "Deve farlo"

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di Marina Verdenelli

Ha diritto alla vita sociale che senza il vaccino sarebbe limitata solo ad andare a scuola e a fare calcio all’aperto. Così il tribunale, sezione civile, ha accolto il ricorso della mamma del 12enne che voleva vaccinarsi ma non aveva entrambi i genitori d’accordo.

La decisione è stata presa dal collegio presieduto dalla presidente del tribunale Silvia Corinaldesi, e depositata ieri. I giudici hanno detto sì alla vaccinazione per il minorenne che entro oggi si sottoporrà all’inoculazione del siero in uno dei centri autorizzati e accompagnato dalla mamma. E’ un primo caso trattato al tribunale di Ancona e nelle Marche. Il bambino, italiano, con genitori separati, aveva manifestato la volontà di sottoporsi al vaccino anti Covid-19. Ne aveva parlato sia con gli assistenti sociali che con i genitori ma da una parte aveva trovato la mamma favorevole e dall’altra il padre contrario. La vicenda, anticipata dal Carlino la settimana scorsa, era finita a carte bollate con un ricorso urgente presentato a metà novembre dalla mamma, attraverso l’avvocato Gesi Dignani, in tribunale. L’urgenza era motivata dal fatto che il 24 novembre scade la possibilità per il minore di vaccinarsi con una sola dose visto che aveva avuto il Covid-19 esattamente un anno fa. Per i guariti la procedura prevede che si possono sottoporre ad una sola inoculazione, se fatta entro l’anno di guarigione, per essere coperti dall’infezione e avere quindi un green pass valido per spostarsi e fare tutte le attività al chiuso.

"Il decreto autorizza ora la mamma a far fare il vaccino al proprio figlio – spiega l’avvocato Dignani – ed è immediatamente esecutivo. E’ prevalsa la tutela del minore".

Nelle motivazioni il collegio spiega come le perplessità del padre, che riteneva il vaccino pericoloso, siano immotivate in quanto i vaccini sono stati ritenuti sicuri ed efficaci dal comitato tecnico scientifico. La priorità è stata data al diritto di socialità del 12enne che senza il vaccino verrebbe persa con ripercussioni anche sulla sua salute psicofisica. Al minore sarebbero precluse anche attività di vita quotidiana e potrebbe potrebbe riprendere la malattia perché esistono le varianti. "Ho fatto ricorso solo per il bene di mio figlio – commenta la mamma – lui lo aveva chiesto, ha necessità di avere una vita come i suoi compagni". Il padre potrebbe impugnare il decreto ma al momento non è intenzionato.