Pierfrancesco Curzi
Cronaca

Cup nel caos, odissea per un esame "Vogliono spingerci verso il privato"

Il racconto di un’anconetana tra telefonate infinite e porte sbarrate senza prenotazioni impossibili da fare "Tutto ciò solo per consegnare le urine e fare le analisi: carenze, persone inadeguate e zero informazioni"

Migration

Prenotazioni impossibili per le visite mediche, Cup e numeri verde inesistenti: è l’Odissea di una cittadina anconetana che si sfoga e rappresenta il disagio di migliaia di persone nelle Marche. Il Coronavirus e le linee guida sulla sicurezza stanno diventando quasi una scusa per non rimettere in moto un servizio che risponde alle necessità di cure delle persone. Al di là del Covid-19, in via di scomparsa, i contribuenti tornano ad avere necessità di cure. La storia della signora Franca Emett, residente ad Ancona, chiama in causa l’ospedale pediatrico Salesi e rappresenta un esempio chiaro di cosa sta succedendo nella sanità locale: "Dovevo portare le urine per le analisi al Salesi – racconta – e la settimana scorsa mi avevano detto che occorreva la prenotazione con il Cup. Quindi, dopo aver preso l’impegnativa, ho cercato di telefonare al numero verde. Premetto, ho anche scaricato l’app Mycup della Regione e di avere anche l’identità necessaria a fare la prenotazione online, ma, come sempre, non si riesce. Comincio a chiamare, dalle 10 fino alle 14, a intervalli. La risposta è sempre la stessa: linee intasate, riprovare. Irritata decido di chiamare la direzione sanitaria, ma dal centralino mi dicono che è tardi, invece, miracolo, qualcuno risponde. Faccio presente il problema, secondo lei sto sbagliando, le analisi non si prenotano attraverso il Cup, e comunque il Cup ha dei problemi al momento, c’è un blocco?". La signora Emett prosegue nel suo racconto dal giorno successivo, senza aver risolto il problema: "Chiamo il Salesi, la linea cade, i numeri sono staccati. Allora, con tanta pazienza, vado di persona. Arrivo alle 7,25. ‘Senza prenotazione non si entra’ riferisce un’addetta all’ingresso. Tento di spiegare e negano che sia impossibile prenotare via telefono. Devo tornare il giorno dopo e così faccio, chiedendo di parlare con un superiore, nel frattempo spiego che non mi sembra proprio un buon sistema pretendere la prenotazione senza che si renda possibile farla. Sostengo che l’obiettivo è spingerci verso il privato e, di tutta risposta, l’addetto dice ‘forse farebbe meglio’. Alle 7,45 arriva un’altra addetta: ‘Ci sono problemi per prenotare, lo abbiamo segnalato, le consiglio di farsi mettere Richiesta Urgente dal medico, così la prenotazione non serve’. Imbufalita pongo il mio rifiuto. Solo allora si offre di andare lei al mio posto a fare l’accettazione. Dopo 10 minuti porto le urine e me ne vado. Perché mettere in piedi un sistema del genere con carenze, persone inadeguate e zero informazione?".

Nonostante il periodo favorevole sotto il profilo del contagio, le attività ambulatoriali non sono ancora riprese a pieno servizio. L’attività intramoenia è ripresa solo in parte, molte ‘agende’ dei professionisti sono chiuse e gli utenti stanno impazzendo nel trovare una possibilità di prenotare una visita o un esame. Attive invece le prestazioni in libera professione, con costi tuttavia esorbitanti e fuori dalla portata di molte persone. Un ritorno al passato insomma, al dramma delle liste d’attesa e a soluzioni mai trovate.