"Dai campi di Promozione ai Mondiali Anni di sacrifici e ora la felicità"

La gioia del loretano Walid Cheddira che con la sua nazionale del Marocco ora sfiderà il Portogallo nei quarti di finale

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Dal biancorosso del Bari (ma anche quello del Mantova dove aveva giocato in precedenza) al rossoverde del Marocco. Il rosso sempre protagonista del presente e nel destino di Walid Cheddira. Quella bandiera rossa del Marocco che si è messo sulle spalle martedì sera, baciandola davanti ai microfoni Rai, è la sua nazione, la sua patria, ancor prima dell’Italia che gli ha dato i natali.

Cheddira, nato a Loreto, ma con doppio passaporto (italiano e marocchino), ha risposto subito presente alla chiamata e alla fiducia che ha riposto su di lui un altro Walid, Regragui, il ct dei Leoni dell’Atlante. Che - dopo averlo tenuto in panchina nelle tre partite del girone eliminatorio del mondiale in Qatar - martedì lo ha schierato in un momento delicato e decisivo. Facendolo esordire in partita ufficiale all’82’ dell’ottavo di finale contro la Spagna sul punteggio di 0-0. Al centro dell’attacco.

Quasi una cinquantina di minuti giocati dal capocannoniere della B italiana con il Bari (nove gol) tra tempi regolamentari e supplementari prima dell’epilogo ai calci di rigore che ha premiato il Marocco. Dove le occasioni non sono mancate per la punta marchigiana che ha sfiorato il gol in almeno un paio di circostanze facendo venire i brividi a Unai Simon & C.

Già il gol. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta "in una serata spettacolare, stupenda, innanzitutto per il passaggio del turno, perché abbiamo fatto qualcosa di storico, mai fatto dalla nazionale marocchina - afferma Walid Cheddira, classe 1998 -. Siamo strafelici e stracontenti, sicuramente faremo ancora meglio in futuro. Sono poi felice a livello personale di aver fatto il debutto in un ottavo di finale di un mondiale che è un qualcosa di strepitoso". Dalla Promozione marchigiana al centro del mondo in pochi anni, "anche se non è stato facile, ci sono stati dietro un sacco di sacrifici e di lavoro, ma alla fine il lavoro paga sempre. Siamo contenti e ci godiamo questo momento. Siamo qua e ci togliamo delle grosse soddisfazioni. Non sappiamo ancora dove potremo arrivare, ma lavoreremo come abbiamo sempre fatto, mettendo il cuore come sempre in campo e poi vedremo quello che succederà alla fine dei novanta minuti".

Dei quarti di finale del mondiale in programma sabato, contro il Portogallo di Gonçalo Ramos, Leao e Ronaldo che ha ‘asfaltato’ la Svizzera. C’è ancora tempo però. Prima di congedarsi dalla serata storica Cheddira (che potrebbe presto fare il salto nella massima serie italiana, ma si vocifera di interessamenti anche dall’estero, dall’Inghilterra e Portogallo) manda "un saluto a tutti quanti". Italiani e marocchini. Quest’ultimi martedì sono scesi in strada anche nelle nostre città con caroselli e bandiere al vento come quelli che si sono visti in piazza anche a Osimo.

Festa e tanta anche in Qatar e non solo all’Education City Stadium di Al Rayyan dove i tifosi marocchini l’hanno fatta da padrone. E nello stadio che sorge nel complesso di campus universitari c’era anche la famiglia di Cheddira, mamma, papà e il fratello Mohamed. A sognare, applaudire e festeggiare la favola di Walid.

Michele Carletti