Gino Pierosara, sacerdote no vax rimosso. "Ancor più grave perché è esorcista"

Un sacerdote: "Un incarico che viene conferito dal Vescovo e che comporta un seguito nutrito di fedeli"

Un esorcismo

Un esorcismo

Don Gino Pierosara è stato rimosso con effetto immediato dal vescovo monsignor Francesco Massara, dopo la notizia della riunione no-vax ospitata proprio in chiesa il 7 novembre alla quale ha partecipato Roberto Petrella, ginecologo radiato nel 2019 dall'Ordine dei medici di Teramo per le sue idee sul Covid e sui vaccini, oltre a un centinaio di persone, solo un paio delle quali con le mascherine.

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Ancona, 13 novembre 2021 - Uno degli aspetti più interessanti della vicenda di Marischio è quello legato alla decadenza anche della funzione di esorcista per il parroco. Una "qualifica" che non è molto comune: i sacerdoti esorcisti sono molto pochi e questo particolare incarico viene conferito dal vescovo sulla base di particolari propensioni del sacerdote e di sue precise qualità. Una figura importante nella Chiesa Cattolica, soggetta a precise norme del Codice di Diritto Canonico che nel Libro IV, Parte II, Titolo I ,"I Sacramentali", stabilisce al Canone 1172 art.1: "Nessuno può proferire legittimamente esorcismi sugli ossessi, se non ha ottenuto dall’Ordinario (il Vescovo) del luogo peculiare ed espressa licenza". L’art.2 afferma: "L’Ordinario del luogo conceda tale licenza solo al sacerdote che sia ornato di pietà, di scienza, di prudenza e d’integrità di vita".

Un mandato che - ci ha detto un sacerdote - non viene mai affidato con superficialità ma solo dopo un lungo e attento esame, da parte del Vescovo, della assoluta integrità della persona, della sua cultura teologica e di una vita che deve essere santa e di preghiera. Una volta presa la decisione il Vescovo convoca il sacerdote per affidargli l’incarico solo se quest’ultimo, ovviamente, accetta. Dopodiché procede ad emanare il decreto di nomina. Un decreto che il Vescovo ha facoltà di revocare in qualsiasi momento. Esattamente come è avvenuto a Fabriano. Solitamente i preti esorcisti si portano dietro un seguito corposo di fedeli. Il mancato rispetto delle norme anticovid, cui la Chiesa si è attenuta scrupolosamente appare quindi come gesto ancor più grave.

Il protocollo sottoscritto il 7 maggio 2020 dalla Conferenza Episcopale Italiana con il Governo per la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo, contiene le misure di sicurezza, cui ottemperare con cura, nel rispetto della normativa sanitaria relativa all’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2. Un protocollo che è stato siglato in un momento difficile della nostra storia e dopo una lunga trattativa che per i Vescovi italiani era di estrema importanza: tornare a celebrare l’Eucarestia con la presenza in chiesa delle persone. Molte le regole indicate dal Comitato Tecnico scientifico per salvaguardare la salute: dall’accesso ai luoghi di culto all’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti, dalle specifiche attenzioni da osservare durante le celebrazioni all’adeguata comunicazione. Per i Vescovi e la comunità cristiana queste norme sono state subito accolte con gioia. Ogni chiesa si è subito attrezzata con squadre addette alla igienizzazione dei locali e delle cose, al controllo del numero delle persone ammesse, e al rispetto di tutte le regole dal distanziamento alla mascherina.

"Non rispettare queste regole è una assurdità – ci ha detto un sacerdote esorcista della Diocesi anconetana - soprattutto se a farlo è un sacerdote che ha ricevuto il mandato di esorcista. Una posizione che porta con sé anche un certo seguito di fedeli per cui non rispettare quanto stabilito dai Vescovi italiani causa un danno ancor più grande".