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Ecco "Edipo re. Una favola nera". La tragedia si unisce con la fiaba

Al Teatro Gentile di Fabriano, stasera alle 21, va in scena "Edipo re. Una favola nera" del Teatro dell’Elfo. Un'interpretazione contemporanea della tragedia classica, con maschere e costumi suggestivi, che porta il pubblico in un viaggio onirico e emozionante. Quattro talentuosi attori danno vita a una storia antica ma sempre attuale. Un'opera che descrive la transizione tra vecchio e nuovo mondo.

Ecco "Edipo re. Una favola nera". La tragedia si unisce con la fiaba

Un viaggio visionario e musicale in compagnia di Edipo, "colui che sogna i sogni profondi". Poche parole ma sufficienti per descrivere lo spettacolo che va in scena questa sera (ore 21) al Teatro Gentile di Fabriano. E’ "Edipo re. Una favola nera" del Teatro dell’Elfo, con cui gli autori e registi Ferdinando Bruni e Francesco Frongia reinventano il rito della tragedia con sguardo contemporaneo: le maschere, i costumi materici di Antonio Marras, che divengono presenze scenografiche, e il cast tutto maschile "allontanano il racconto da ogni realismo per avvicinarlo a una dimensione onirica, capace di emozionare e di parlare all’inconscio". Quattro interpreti si dividono la scena dando corpo e voce a tutti i personaggi: Ferdinando Bruni e tre attori ‘under 35’ di grande talento: Edoardo Barbone, Mauro Lamantia e Vincenzo Grassi.

"Il nostro viaggio verso Tebe – raccontano Bruni e Frongia - è un viaggio attraverso uno delle leggende più note che ci arrivano dal mondo remoto, eppure vicinissimo, della civiltà greca, ‘Edipo re’. Una vicenda che ha l’andamento di una favola, con tanto di principe/bambino abbandonato sui monti da un pastore che aveva ricevuto da due genitori snaturati l’ordine di farlo morire, con l’uccisione di un mostro da parte del bambino, diventato nel frattempo impavido cavaliere, con il premio di una bella regina in sposa e di una corona di re. Come tutto questo vada a finire, come il ‘vissero felici e contenti’ si ribalti in catastrofe è cosa piuttosto nota ed è fonte di ispirazione per innumerevoli variazioni che, dal capolavoro di Sofocle, arrivano fino al ‘900, passando per Seneca, Dryden e Lee, Mann, Hoffmansthal, Cocteau, Berkoff. Ed è quello che vogliamo raccontare noi, coniugando la tragedia con la fiaba".

I due parlano di "una macchina infernale, come la chiama Cocteau, un meccanismo inarrestabile in cui ogni verso, ogni parola si fanno irti e frementi di dolorosa ironia e ambiguità. Anche se la tragedia ci arriva da un mondo lontano, anche se le sue storie prendono ispirazione da narrazioni ancora più remote, è difficile immaginare qualcosa di più adatto alla nostra epoca di questa forma d’arte che descrive la transizione tra un vecchio mondo che sta scomparendo e un nuovo mondo di cui ancora sappiamo molto poco". I costumi sono di Elena Rossi, che ‘firma’ anche le maschere e Ortensia Mazzei. Info 07323644, 0712072439 e biglietterie Vivaticket.