"Finge furto in casa": ristoratore nei guai

Un 63enne è passato da vittima ad accusato per soldi spariti, un Rolex d’oro rubato e altre effrazioni. Sentiti i poliziotti del commissariato

"Finge furto in casa": ristoratore nei guai

"Finge furto in casa": ristoratore nei guai

di Marina Verdenelli

Era tornato dalla luna di miele e aveva trovato la casa con la cassaforte aperta, i soldi spariti, un Rolex d’oro rubato, niente più gioielli e i muri imbrattati da vernice a spray di colore blu. Per il proprietario, un ristoratore di 63 anni, c’erano stati i ladri infatti aveva chiamato la polizia per denunciare. Durante le indagini però agli agenti non ha convinto la storia del furto. I segni di effrazione erano blandi, i danneggiamenti sembravano studiati, l’allarme non era suonato e le telecamere di sicurezza di cui la villetta era dotata erano sparite.

Per questo il ristoratore si è trovato in un attimo da vittima ad accusato. Adesso e a processo al tribunale di Ancona per simulazione di reato. Ieri, davanti alla giudice Antonella Passalacqua, sono stati sentiti i poliziotti del commissariato di Senigallia e una agente della Scientifica che si era occupata dei rilievi. La poliziotta ha riferito come in casa non era stata trovata nessuna impronta. "La cassaforte era aperta con le chiavi – ha detto l’agente – non c’erano forzature. Anche le scritte di imbrattamento erano strane, all’inizio mi sono sembrate quasi facessero parte dell’arredamento". Sì perché lo spray era stato fatto sui muri seguendo però la linea delle porte e dei quadri, quasi a non voler rovinare l’arredo. Altra stranezza riferita dai poliziotti la scelta del ladro di rompere la finestra al piano superiore e non una del piano terra dove era più facile entrare. La recinzione attorno alla villetta, situata in via Galilei, non presentava rotture. In tutto il presunto furto era stato del valore di 33mila euro: portato via un Rolex, 15mila euro in contanti lasciati in cassaforte, e altri monili. Era tutto coperto da assicurazione. Ieri è stato sentito anche l’imputato, difeso dall’avvocato Daniele Regni.

"Ero rientrato dopo 58 giorni passati a Cuba – ha detto l’imputato – dove mi sono sposato. Pensavo di tornare prima ma la burocrazia cubana è lunga. Appena ho aperto il portone blindato ho visto i primi segni di effrazione in casa. Sì i ladri hanno rotto una finestra al primo piano perché sotto era tutto chiuso, non c’erano alternative per entrare in casa. Ho trovato mobili divelti oggetti rotti. Non so come hanno aperto la cassaforte io la chiave la tengo in una scatola in bagno e lì l’ho ritrovata. L’allarme era disinserito perché avevo il cane e un amico andava tutti i giorni a portargli da mangiare. Le riprese non ci sono perché i ladri si sono rubati anche il dvr dove erano registrate". Prossima udienza il 19 dicembre per discussione e sentenza.