Foto simbolo covid, l'infermiera e la mamma: "Quell'abbraccio ha fatto bene al cuore"

Scoperta a Torrette la targa raffigurante la sanitaria del Salesi che coccola il piccolo Matteo: per la prima volta si sono incontrati i genitori del piccolo e Katia: "In quei giorni è stata lei la più vicina al bambino". Sarà l’immagine anti pandemia

Il doppio abbraccio

Il doppio abbraccio

Ancona, 1 giugno 2021 - L’immagine-simbolo della pandemia che, grazie al Carlino, ha fatto il giro del mondo regalando emozione e speranza. Da ieri mattina l’infermiera di rianimazione protetta dai Dpi che coccola un bambino di pochi mesi positivo al Covid, campeggia nel vecchio atrio dell’ospedale di Torrette. Presto la stessa immagine sarà svelata anche al Salesi, dove materialmente la vicenda si è svolta. Ieri mattina, intanto, c’è stata la cerimonia di inaugurazione alla presenza di tutti i protagonisti di una bella storia a lieto fine: dal piccolo Matteo Maurizio che presto compirà 10 mesi, alla sua giovane mamma, Roberta Ferrante, donna forte e decisa, così come Katia Sandroni, la persona nascosta dentro quella corazza sanitaria. Le due donne non si erano mai incontrate fino a ieri e durante la cerimonia la commozione ha avuto la meglio.

Mentre il dottor Alessandro Simonini, primario della rianimazione pediatrica del Salesi, il reparto dove si è svolta la scelta immortalata in quello scatto (realizzato da una anestesista attraverso il monitor collegato ad una sala operativa del reparto), stava parlando, è scoppiato un abbraccio tra Roberta Ferrante e Katia Sandroni, seguito da un pianto liberatorio: "Fa bene al cuore sapere che ci sono persone del genere - ha detto Roberta Ferrante -. Lei è stata la mamma di Matteo in quei giorni difficili per lui e per noi, quando non potevamo muoverci e restavamo attaccati al telefono per sapere come stava. Aspettavamo notizie confortanti e non potevamo neppure accarezzarlo. Adesso Matteo sta bene, ma è stata dura riprendere. Adesso siamo contenti e ci è piaciuta anche l’idea di questa targa, racconta una storia a lieto fine dopo tanto buio. Resta tanta paura, tuttavia, io vivo col terrore vedendo il mio piccolo quando si lamenta, temo sempre il peggio. Ringrazio tutti, il personale sanitario, la dirigenza, le équipe, sono stati eccezionali".

L’altra grande protagonista della storia è Katia Sandroni, esperta infermiera della rianimazione del Salesi: "In fondo non ho fatto qualcosa di straordinario, è il nostro lavoro, lo facciamo tutti i giorni, io da oltre 20 anni. Per me non fa differenza, Matteo era un bambino come tutti gli altri e in quel momento mi sono sentita di coccolarlo un po’. L’abbraccio con Roberta? Ci siamo viste ed è scattato spontaneamente, da mamma a mamma. Ammetto di essere emozionata perché ho visto la mia foto e perché ho rivisto Matteo da allora. Un messaggio di speranza e di forza, dobbiamo ricominciare, mettercela tutta per ripartire alla grande".

Infine una figura fondamentale anche se rimasta dietro le quinte, quella di Enrico Pinti, il papà del piccolo Matteo Maurizio: "È come se nostro figlio fosse rimasto a casa, visto che è stato curato ma anche cullato. Onestamente non me l’aspettavo. Per me è stato un periodo durissimo, lontano dai miei affetti a causa del Covid, mi sono sentito impotente per non poter stare con loro, ero a solo a casa e stavo male. Quando Matteo Maurizio sarà grande gli racconteremo di quanto è stato forte fortunato".